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«Io credo – ha spiegato monsignor Bettazzi – che abbiano trovato una soluzione che forse scontenta tutti ma perchè cerca di accontentare tutti. C’è il riconoscimento dei diritti senza arrivare a paragonare ogni convivenza con un matrimonio. Credo che, se da una parte c’erano delle spinte ad un rigoroso riconoscimento assoluto, dall’altra c’erano però dei timori spinti all’eccesso. Io credo sia una soluzione che va incontro a delle esigenze senza creare i pericoli che si temevano per la famiglia naturale».

«Da quanto ho visto si tratta di riconoscimenti dei diritti individuali. Il fatto poi che stiano insieme…anche noi in fondo nei conventi siamo persone dello stesso sesso che vivono insieme»

Voglio puntualizzare che – ha ribadito Bettazzi-, come aveva detto il Presidente del Consiglio, che è un cattolico sincero, ama la famiglia e viaggia sempre con la moglie, e noi bolognesi lo conosciamo, si sono voluti difendere i diritti individuali senza creare dei grossi problemi di sconvolgimento di mentalità e di sensibilità».

(letto su Localport e l’Unità)

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