la Frutta al Museo!

scritto da il 13 febbraio 2007

Apre oggi, 13 febbraio 2007, a Torino il primo Museo della Frutta in Italia. Raccoglie una collezione di Francesco Garnier Valletti (Giaveno, 1808 – Torino 1889) che comprende mille e più esemplari tra pere, mele, pesche, susine, ciliegie, albicocche, uva… Comprende anche una biblioteca scientifica, un archivio, lavoratori chimici e una raccolta di strumentazione scientifica.Museo della Frutta “Francesco Garnier Valletti”
Via Pietro Giuria 15 – tel. 0116708195 – e-mail: info@museodellafrutta.it
Dal lunedì al sabato 10.00 – 18.00 (chiuso la domenica)
Ingresso singolo museo: € 3,00 (intero); € 1,50 (ridotto) – Ingresso due musei (Museo della Frutta e Museo di Anatomia): € 5,00 (intero); € 2,50 (ridotto) – Ingresso gratuito il mercoledì – Aderisce all’Abbonamento Musei Torino Piemonte – Accesso ai disabili con accompagnatore

Su Torino Sette della Stampa si puo’ leggere: “C’era una volta un’altra San Salvario. Colorata, ma non di etnìe diverse. Ricca di frutti, ma non quelli del mercato. Era la San Salvario di fine Ottocento, polo della ricerca e della sperimentazione agraria. Qui, già nel 1729, era nato l’Orto botanico; nel 1822 i Vivai Burdin; tra il 1871 e il 1926 le Serre municipali. E poi c’era l’Accademia di Agricoltura (1886) e la Stazione di Chimica Agraria (1895), che è il fulcro di questa piccola storia. Da quelle parti si aggirava un tipo da farci sopra una fiction. Si chiamava Francesco Garnier Valletti e nella vita, dopo essere stato confettiere a Giaveno, creava fiori in cera. Era così abile da essere invitato prima alla corte di Vienna e, in seguito, dallo zar, a San Pietroburgo. Il fatto è che, dopo i fiori, Garnier Valletti era arrivato alla frutta, e non è una battuta. Modellava come un forsennato straordinarie albicocche, mandarini succosi, ghiottissimi fichi; e mele, prugne, pesche, melograni; e pere, arance, fragole, susine. Poi, maniacalmente, ne annotava nome, qualità, stagione di produzione. Altro che biodiversità da Terzo Millennio: lui sì fu un vero pioniere. Così, nel 1927, la Stazione Chimica di Agraria decise di acquistare una collezione: 1021 frutti (e ortaggi) che, a non sapere esser fatti di cera, viene una gran voglia di addentare. Solo che, come accade sovente in queste storie, frutti e ortaggi caddero nel dimenticatoio; la Stazione Chimica divenne un luogo che nessuno conosceva più. Ora la polvere è stata tolta, le teche restaurate, i pomi restituiti in tutto il loro ghiotto splendore a un nuovo spazio museale. Si chiama Museo della Frutta, è intitolato a Francesco Garnier Valletti (…)”

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