e dopo la laurea?

Scritto da il 4 marzo 2007

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E’ un grido di allarme quello lanciato dal ministro Mussi ieri: “Il paese si deve dare una mossa serve una scossa o altrimenti l’Italia non si riprenderà mai stabilmente. Abbiamo 12,5 laureati su 100, nella fascia tra i 24 e i 35 anni: la metà della media europea”. (LaRepubblica.it)

E uno capisce che mancano laureati. No, leggendo i dati della nona indagine sulla “Condizione Occupazionale dei laureati italiani” presentata a Bologna da AlmaLaurea, il consorzio interuniversitario a cui aderiscono 49 università italiane, si scopre “che dopo la fatidica laurea, a un anno dal giorno della discussione della tesi, dai festeggiamenti e dai sorrisi e dalle congratulazioni, trova lavoro solo il 45 per cento dei laureati “triennali” (erano il 52 per cento l’anno scorso) e il 52,4 per cento dei laureati pre-riforma, ovvero il dato più basso dal 1999(…)”. (LaRepubblica.it)

Ma spiega ancora Mussi che le colpe vanno cercate nella bassa composizione intellettuale del mercato del lavoro: “Le imprese cercano analfabeti” e le statistiche confermano “la bassa propensione ad investire in ricerca e sviluppo”. Gli investimenti italiani sul valore aggiunto, cioè sulla ricchezza nuova prodotta, sono il 2,3% mentre la media europea è del 5,5, la Germania è al 7,5, gli Stati Uniti all’8,7 e il Giappone al 9,6.

E adesso? Aspettiamo una risposta tutti…o qualcuno inizierà a cambiare le regole del gioco?

Buona domenica a tutti!

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