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La giornata del 21 marzo, primo giorno di primavera, è il momento che Libera dedica alla memoria di tutti coloro che hanno dato la vita nel nostro Paese per contrastare le mafie: ogni anno, in questa l’occasione, Libera rilancia un impegno che non deve venire mai meno.
Quest’anno in continuità con le altre edizioni e con “Contromafie�?, i primi stati generali dell’antimafia di novembre scorso, ribadisce con forza la voglia di tanti di essere contro tutte le mafie, contro la corruzione politica e gli intrecci clientelari che alimentano gli affari delle organizzazioni criminali e l’illegalità, e di voler continuare a costruire percorsi di libertà, cittadinanza, informazione, legalità, giustizia, solidarietà.
Libera per la XII giornata ha scelto la Calabria, ha scelto Polistena cittadina al centro della Piana di Gioia Tauro.

“Calabria�? dal greco “kalon-brion�?: “faccio sor�gere il bene�?.

Proprio per testimoniare il bene e il positivo presenti in questa terra meravigliosa, Libera e Avviso Pubblico hanno scelto la Calabria per la dodicesima Giornata della memoria e dell’im�pegno, il prossimo 21 marzo, primo giorno di primavera. Un bene sorto nonostante i grandi problemi e le profonde contraddizioni che da troppo tempo lacerano questa regione, un bene che nasce dall’impegno di tanti cittadini onesti a cui dobbiamo riconoscenza e gratitudine. Penso a quella Chiesa impegnata, radicata nel tempo e nella storia delle persone, ferma nella denuncia e determinata nel costruire speranza. Ma penso anche alle numerose realtà laiche – amministra�zioni, associazioni, cooperative – che non hanno esitato a sporcarsi le mani e a mettersi in gioco per la legalità e la giustizia.

Memoria – ce lo ripetiamo da quel lontano 21 marzo del 1996 a Roma – è anche impegno. Un impegno che ci sentiamo di dover rendere a quanti sono stati uccisi per mano delle mafie e ai loro famigliari. Impegno verso la società tutta e, prima ancora, verso la nostra coscienza di cittadini, laici e cristiani, che vivono il proprio tempo con speranza, senza rassegnazione.

Speranza che sta nell’esserci. Nell’assumere di più le nostre responsabilità. Nella serena tena�cia dell’unire le nostre strade per fare di più e di meglio. Speranza che non è attesa passiva di un futuro migliore, ma presente che chiede di essere orientato e accompagnato con scelte coraggiose, gesti concreti, parole credibili.

«C’è un tempo per tacere e un tempo per parla�re » afferma un noto passo dell’Ecclesiaste (Qo 3,7). E molti segni – evidenti a chi sappia vedere e non solo guardare, ascoltare e non solo senti�re – ci dicono che il nostro è un tempo per par�lare. Tempo della parola che si fa atto coerente e responsabile.

Della parola che si mette al servizio della verità, diversamente dal silenzio e dalla rimozione che la verità invece nascondono.

L’impegno di questi anni ci ha fatto capire che non sono solo le armi ad uccidere. “Uccidono�? anche i silenzi, la disattenzione, la smemora�tezza, l’apparente normalità, la burocrazia, le deleghe. “Uccidono�? la sottrazione del futuro e la negazione della speranza. Ma “uccide�? anche l’assenza di verità, come ci hanno insegnato i tanti famigliari di vittime di mafia che attendono giustizia e, alcuni di loro, persino di conoscere il luogo dove sono stati uccisi e sepolti i loro cari.

E’ anche per questo – nella consapevolezza dei nostri limiti e senza facili generalizzazioni – che chiediamo alla politica di fare la sua parte. «Oc�corre una politica volta a eliminare le condizioni che favoriscono lo sviluppo del fenomeno mafio�so» diceva Pio La Torre «una politica che dia ordi�ne ai fatti economici, che organizzi e programmi lo sviluppo, che riduca lo spazio del liberismo selvaggio». Le parole di La Torre, a cui dobbiamo la legge che ha introdotto il reato di associazio�ne mafiosa e lo strumento della confisca dei beni – e di cui ricorre, il 30 aprile prossimo, il venticinquennale dell’assassinio – sono terribil�mente attuali. Abbiamo più che mai bisogno di una politica che recuperi il suo primato e la sua sostanza etica. Non onnipotente, ma nemmeno appiattita sulla pura gestione dell’esistente per la paura di perdere consenso. Una politica che sappia trasformare e guardare lontano, perché solo una politica capace di progetto – di tensio�ne, di sogno, di profezia – è una politica vicina alla vita.

Dobbiamo creare una vicinanza tra il senso del vivere e una politica che dia senso alla vita. Per�ché la politica ritorni a essere quel camminare insieme che riempie di libertà e speranza il no�stro essere cittadini.

don Luigi Ciotti

Presidente di Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie

 www.libera.it

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