dialogando con Alfredo…

Scritto da il 29 marzo 2007

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(…) Ma il nostro riferimento quale è, le nostre radici dove sono ? Nel cristianesimo o nel cattolicesimo ?Il cristianesimo, spogliato della sua componente trascendente, rappresenta una istanza sociale, di giustizia sociale, di fratellanza, di sussidiarietà, di solidarietà e di abolizione della schiavitù, sulla quale oggi più nessuno avrebbe nulla da ridire, rappresenta un nobilissimo ed umanissimo ideale. Anche questa è la religiosità sulla quale sono piantate le nostre radici.

In questo quadro, mi dica, cosa c’entrano le spedizioni punitive dette CROCIATE, Il TRIBUNALE DELLA INQUISIZIONE, L’IMPERIALISMO MILITARISTA DI PAPA GIULIO II, IL TRIBUNALE DELLA INQUISIZIONE, I GENOCIDI DOVUTI ALLA CONTRO RIFORMA, I ROGHI DI VANINI E GIORDANO BRUNO, L’ABIURA IMPOSTA A GALILEO, LE PREPOTENZE E LE DENUNCE DI APOSTASIA ED ERESIA SCAGLIATE SU POVERI INNOCENTI PER CONDANNARLI AL ROGO, vuole che continui ? Con questa tradizione Cattolica io non voglio proprio entrarci, non voglio averci proprio nulla a che fare ! Non ho proprio nulla da spartire ! Ho certamente più a che fare con Spartaco o con Tito Lucrezio Caro, quindi le mie radici affondano nel pensiero occidentale, sia cristiano che pagano. (…)

Questa è la parte centrale dell’ultima battuta di un bellissimo dialogo che si è aperto (lo trovate qui) con il signor Alfredo, riguardo alle radici cristiane dell’Europa. Lo porto in “prima pagina” perchè mi fa piacere, perchè mi impegna e insieme mi da modo di pensare e crescere.

Gentilissimo Alfredo, io purtroppo non sono capace di rispondere alle sue domande. O meglio, la risposta che le darei sò già che sarebbe acqua che non disseta.

Non c’entra nulla l’elenco delle barbarie commesse nel nome di Dio con lo Stesso. E in prima persona potrai continuare ad elencare soprusi e violenze (meno gravi certo, ma pur sempre ripugnanti) perpetuate da cosidetti “uomini di Dio”! Ma non è a questo che voglio arrivare (almeno non in questo caso). Mi voglio fermare alle radici dell’Europa.

Anch’io non voglio spartire nulla con gli omicidi della Chiesa.

Però ho l’impressione che l’Europa voglia costruirsi come gigante, ma con piedi d’argilla! Se vogliamo costruire un futuro dobbiamo prima riconoscere il nostro passato. Apprezzare e condannare, ma prima riconoscere. Sapere come abbiamo fatto ad arrivare fino qui e quali strade, giuste o sbagliate, abbiamo percorso.

Ignorare, far finta di niente, peggio ancora dimenticare, rischia solamente di far ricommettere gli stessi errori!

Nell’affiancare la vignetta al testo, mi chiedevo se la prima non fosse più un “boomerang” che uno “sputo a piacimento”. Forse non sono riuscito a spiegarmi, ma propendo per il boomerang: deridere il papa e la chiesa, almeno in questo caso, fa correre il rischio di non costruirsi un piano d’appoggio. E un gigante con piedi d’argilla è destinato a cadere…

Non sarebbe più utile riconoscere quelle che sono state le tradizioni europee, prendere atto del passato, di quanto influisce nel presente e poi, più serenamente, lavorare per il futuro? Giocare a carte scoperte non sarebbe più costruttivo?

Mi permetta una concretizzazione, forse anche banale: nel dialogo con uno straniero io sarò un italiano, con tutto il suo passato, da Roma a Mussolini, dai Comuni medioevali alla Repubblica, popolo di santi, poeti e navigatori, ecc… Se tolgo una parte di questa Storia, facendo finta che non ci sia, sono ancora un italiano? Io penso che non sarei neanche più Massimo, perchè quello che oggi sono è il frutto del passato. Un frutto non automatico e passivo, ma dinamica rivisitazione e ricostruzione dei significati. E speranza di un futuro nuovo e magari diverso!

Gentilissimo Alfredo, non penso di riuscire a rispondere alle sue domande, che in fondo dovrebbero essere un po’ di tutti. Ma sono contento di dialogare con Lei.

Cordialmente la saluto!

Massimo

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