Internet come droga

Scritto da il 5 maggio 2007

ATTENZIONE: questo post e' piu' vecchio di 12 mesi. I commenti sono stati percio' chiusi. Per qualunque segnalazione usate la maschera contattami.

Ha suscitato un po’ di scalpore nei giorni di scorsi, anche in siti quasi (per questa volta) molto obiettivi e ben preparati come Punto Informatico, la pubblicazione da parte del Ministero dell’Istruzione delle linee guida per il piano triennale orientato al “benessere dello studente”.

Ciò che ha suscitato più scalpore è stato che tra le attività in realizzazione nell’ambito del progetto “Guadagnare Salute: rendere facili le scelte salutariâ€?? c’era questa come 1° punto:

«Presentazione delle linee guida nazionali congiunte rivolte agli operatori della scuola e della salute per
– prevenire l’obesità e i disturbi dell’alimentazione (anoressia e bulimia)
– prevenire i fenomeni di dipendenza (droghe, alcool, tabacco, farmaci, doping, internet) in collaborazione con il Ministero della Solidarietà Sociale
– prevenire i disturbi psicologici;»

Il rosso l’ho usato solo io per evidenziare il punto dolente: l’inserimento di Internet tra le cause di fenomeni che possono suscitare dipendenza. Subito ha lasciato anche me molto perplesso ma poi ho avuto un flash, il ricordo di qualcosa già letto.

Ho fatto così una ricerca su Google con le parole “dipendenza internet” ottenendo circa 1.800.000 risultati. E già la cosa fa pensare…

Poi mi sono letto qualche articolo e mi ricordavo bene: esiste una vera e propria psicopatologia che va sotto il nome di Internet Addiction Disorder (I.A.D.), dovuta all’abuso di Internet  e che mostra gli stessi sintomi dei tossicodipendenti.

La IAD, viene introdotta nel 1995 dallo psichiatra americano Ivan Goldberg, il quale, con la parola addiction, si riferiva ad una dipendenza patologica, ossia ad una ricerca reiterata di una forma di piacere che crea disagio per dipendenza. In Italia si è iniziato a parlare di dipendenza da Internet nel 1997, quando è stata introdotta l’espressione IRP, Internet Related Psychopathology, che Tonino Cantelmi definisce come una serie di disturbi che appartengono ad una più ampia categoria di patologie, come la dipendenza dal gioco d’azzardo on-line, da cyber-relazioni e da una quantità eccessiva di informazioni. 
Svegliarsi di notte e sentire il bisogno di controllare la propria email, spegnere il computer e sentire un vuoto terribile perché il mondo reale non ha ormai più alcuna consistenza, immedesimarsi nel personaggio assegnato al proprio nickname sono tra i sintomi più frequenti.

I soggetti che fanno un uso eccessivo di Internet, per soddisfaresul piano virtuale quello che non riescono ad ottenere sul piano della realtà, presentano tratti tipici della tossicodipendenza, dell’alcolismo, del gioco d’azzardo patologico (GAP), dell’attività sessuale maniacale e dell’anoressia. Chi è affetto da tale forma di psicopatologia tende a percepire il mondo reale come un vero e proprio impedimento all’esercizio della propria onnipotenza, che sperimentano con immenso piacere nel mondo virtuale.

Forse mi sono dilungato troppo, ma per chi volesse approfondire vi lascio due paginette che mi sono sembrate molto interessanti: http://www.anagen.net/internet.htm e http://www.megalab.it/articoli.php?id=868, mentre alla pagina http://www.cestep.it/archivioTD_IAS_frame.htm trovate un semplice test anche autosomministrabile.

Anche l’alcool per il sommelier non puo’ essere fonte di dipendenza ma forse, prima di sparare a zero su Fioroni, bastava fare una ricerca su Internet stessa…prima che ce lo proibisca! 😉

Nessun commento per “Internet come droga”

  1. Massimo Sozzi blog » blog-addiction scrive:
    14 luglio 2007 at 14:23

    […] se esiste una psicopatologia che va sotto il nome di Internet Addiction Disorder, non è così in profondità che vuole andare il simpatico test che propone questo sito: […]