9 maggio 1978 (2)

scritto da il 9 maggio 2007

 

Giuseppe Impastato nacque a Cinisi, in provincia di Palermo, il 5 gennaio 1948, da una famiglia mafiosa. Rompe con il padre, che lo caccia via di casa, e avvia un’attività politico-culturale antimafiosa. Nel 1976 fonda Radio Aut, radio libera autofinanziata, con cui denuncia i delitti e gli affari dei mafiosi e in primo luogo del capomafia Gaetano Badalamenti. Il programma più seguito era Onda pazza, trasmissione satirica con cui sbeffeggiava mafiosi e politici.

Nel 1978 si candida nella lista di Democrazia Proletaria alle elezioni comunali. Viene assassinato nella notte tra l’8 e il 9 maggio del 1978, nel corso della campagna elettorale, con una carica di tritolo posta sotto il corpo adagiato sui binari della ferrovia. Gli elettori di Cinisi votano il suo nome, riuscendo ad eleggerlo al Consiglio comunale.

«È nato nella terra dei vespri e degli aranci, tra Cinisi e Palermo parlava alla sua radio,
negli occhi si leggeva la voglia di cambiare, la voglia di giustizia che lo portò a lottare,
aveva un cognome ingombrante e rispettato, di certo in quell’ambiente da lui poco onorato,
si sa dove si nasce ma non come si muore e non se un ideale ti porterà dolore»

Dalla canzone I Cento Passi dei Modena City Ramblers

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9 maggio 1978

scritto da il 9 maggio 2007

Il 9 maggio 1978, dopo 55 giorni di prigionia, il corpo di Aldo Moro, crivellato di proiettili, viene fatto ritrovare in via Caetani a Roma, nel bagagliaio di una Renault rossa.

Il prossimo anno, il 9 maggio sarà celebrata la prima ricorrenza del “Giorno della memoria” delle vittime del terrorismo e delle stragi. Il 2 maggio infatti la Camera dei deputati ha approvato il provvedimento che istituisce la ricorrenza, purtroppo con 420 voti a favore ma anche 1 contrario e 46 astenuti! Il provvedimento era già stato approvato al Senato ed è così diventato legge. Il progetto di legge era stato presentato dalla senatrice dell’Ulivo Sabina Rossa, figlia del sindacalista della Fiom-Cgil Guido Rossa, ucciso dalle BR nel 1979 per aver denunciato un complice dei brigatisti che affiggeva in fabbrica volantini terroristici.

Pesantemente significativo trovo il commento del Presidente Napolitano che ha scritto ai famigliari delle vittime: “(…) desidero sottolineare il significato e l’importanza che attribuisco alla decisione del Parlamento: essa colma un vuoto di memoria storica e di attenzione umana e civile, che molti di voi avevano dolorosamente avvertito”.

E le parole di Agnese Moro, una delle figlie dello statista ucciso dalle Br: ricorda che quello che “può fare più male” e’ che le vittime del terrorismo ed i loro parenti “vengano dimenticati”. Favorevole al “ritorno nella società” degli ex terroristi ma ricorda il “buon gusto” e quanto alle polemiche sulla presenza di ex terroristi in Parlamento, in televisione a conferenze, per Agnese Moro “varrebbe la pena che avessero sicuramente le vittime almeno altrettanta voce se non di più”.

E’ vero c’è stato 1 voto contro e 46 astenuti, e queste 47 persone dovrebbero rendere conto della loro posizione, ma c’è voluto un presidente comunista e un governo di centro-sinistra per arrivare a istituire questa ricorrenza. Negli anni prima, forse, si era troppo impegnati a ricordare le vittime altrui.

Penso che mai come oggi sia importante che si faccia una memoria condivisa e conosciuta di quegli anni, una memoria che non nasconda il sangue e il dolore come aspetto cardine, oggi che troppe situazioni potrebbero favorire il ritorno di momenti veramente tragici.

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