riti dei bambini

scritto da il 11 giugno 2007

Mi è capitato, in meno di sette giorni, di assistere e partecipare, dopo qualche anno che non mi capitava, a due di quelli che, per ogni bimbo italiano, si possono classificare come riti di passaggio.

Niente a che vedere con la complessità dei riti di passaggio teorizzati da Lévi-Strauss, ma per l’età in cui si vivono neanche acquetta! E soprattutto non sono momenti facili per la presenza implacabile e incorruttibile dei guardiani dei riti: i genitori con i parenti.

Ma andiamo con ordine: il primo approccio è stato il “Saggio di danza”. Antica usanza, che prevede la novella Fracci investita del gravoso compito di eseguire una rappresentazione impeccabile dei momenti di più alto livello di danza classica. E in occasione di tale rappresentazione, pressochè unica, la famiglia si presenterà con le più moderne e complesse tecnologie audiovisive per riprendere e trasmettere nell’etere amico-familiare le immagini dell’evento. La danza è facilmente sostituibile con recita o garetta sportiva.

Il secondo momento topico è stato la “Prima Comunione”. Rito-recital religioso che implica una folta partecipazione di non adepti (gente che nell’edificio chiesa ci entra solo, o quasi, in quell’occasione) per verificarne l’autenticità. Non essendo sufficiente la presenza della comunità solitamente presente in chiesa, sono invitati a entrare e a documentare i parenti e gli amici del piccolo candidato. Che verificheranno la bella presenza del pargoletto ed, eventualmente, se il telefono squilla non lo spegneranno ma racconteranno così la situazione a chi è fuori. Creando quel clima un po’ scanzonato che alleggerisce la cerimonia, resa un po’ pesante da tutte quelle preghiere di cui si potrebbe farne a meno. Che diamine, è la prima comunione mica la prima messa!

Ah, questi riti di passaggio. Che se non ci fossero gli adulti, il saggio finirebbe per essere “solo” un momento di divertimento organizzato, occasione per una piccola sfida che si concluderebbe con una bella vittoria morale del piccolo/a. E la Prima Comunione rischierebbe di diventare un momento quasi mistico, momento di incontro materiale con una presenza divina da ricordare e a cui aggrapparsi nei momenti futuri di bisogno.

Ma per fortuna ci sono gli adulti a verificare che si salvino gli aspetti importanti…

NB: i momenti a cui ho partecipato io sono stati molto meno “drammatici”. Per il saggio grazie alla grande capacità delle istruttrici di creare un clima sereno tra le bimbe, che hanno così regalato un bel momento di esibizione perchè si vedeva che si stavano divertendo! E alla Prima Comunione perchè al centro è stata messo il bambino e l’intenzione di far festa per un momento importante della vita religiosa. Creando così una gran bella giornata!

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