Qualche giorno fa è entrato in vigore un decreto legge del consiglio dei ministri sulla sicurezza stradale che, fondamentalmente, inasprisce semplicemente le sanzioni. Non c’è la minima traccia di prevenzione! Si potrebbe giustificare pensando che è stato un atto di emergenza per l’esodo estivo. Peccato che già a settembre dello scorso anno si poteva immaginare che a luglio-agosto la gente si sarebbe mossa sulle strade per andare in vacanza!

Non soffermiamoci poi troppo sul testo perchè, come ci faceva notare una persona addentro alla situazione ieri sera, le pene detentive al di sotto dei due anni, in Italia non ti portano in carcere. Ti condanno a 9 mesi di carcere…vai pure libero! Forse è anche giusto così, visto il problema dell’affollamento carcerario. E comunque c’è già qualcuno che è riuscito a “fregare” il sistema. E non ha tutti i torti, perchè non possiamo dimenticarci che l’unico impiego pubblico al quale puoi accedere dopo una condanna è il parlamentare, ma i posti solo limitati. Allora è meglio pagare l’ammenda!

Qualche mese fa, avevo già scritto cosa ne pensavo dei controlli sull’alcool. Lanciando, come pensiero-di-un-uomo-qualunque, la proposta di utilizzare al posto del solo etilometro un test psicofisico più attendibile. Oggi ho letto che questa idea è condivisa anche da uno specialista: intervistato da La Stampa, il dottor Augusto Consoli, direttore del Servizio Dipendenze dell’Asl 4 di Torino, rappresentante dell’Italia al Consiglio d’Europa nel «Gruppo Pompidou» sulle linee guida per il trattamento delle dipendenze, dice che :«Più dell’etilometro, le forze dell’ordine dovrebbero adottare un altro tipo di controllo sulle strade: quello dei riflessi».

L’intervista di Marco Accossato dell’8 agosto la potete leggere qui. Io la riporto in forma integrale anche qui, perchè mi pare veramente importante. Un idea che bisognerebbe far conoscere anche a chi, forse inutilmente, legifera…

Etilometri e palloncini sono dunque armi superate? Inaffidabili? Danno forse troppi risultati falsi?
«Qualsiasi test fatto su un “campo di battaglia�? com’è una strada presenta due problemi: dev’essere talmente sensibile da individuare tutti i casi positivi, e contemporaneamente così specifico da non includere, per errore, risultati negativi. Non esiste, neppure in laboratorio, un test che non dia qualche “falso positivo�?. Ma non è questo il punto».
Qual è il punto?
«L’alcol è una delle sostanze che minacciano i riflessi di chi guida. Lo scorso anno, a Torino, insieme a Polstrada e vigili urbani, la nostra Asl ha sottoposto numerosi automobilisti a un controllo casuale. Abbiamo fermato giovani e anziani, che andavano veloci e che rispettavano i limiti: su cento test, il 26 per cento delle persone è risultata positiva, anziché all’alcol, a sostanze sedative o stimolanti, farmaci compresi».
Come dire che un automobilista su quattro, sulle nostre strade, sfugge a un controllo veramente efficace, limitandosi a soffiare nell’etilometro.
«Ovviamente la legge va rispettata, come il limite fissato dal legislatore, ed è bene proseguire con i controlli. Testare il consumo di alcol è importante, ma insisto: si deve fare di più. Così come abbiamo autorizzato polizia, vigili e carabinieri a misurare la quantità di alcol nel sangue, non vedo ostacoli all’idea di dotarli di un apparecchio ben più semplice, che consenta di misurare la velocità di risposta a uno stimolo. Una macchinetta tipo giochino Nintendo».
Per valutare quali stimoli, in particolare?
«E’ sufficiente calcolare i tempi di reazione all’accendersi di una lucina».
E dimenticare il limite degli 0,5 grammi di alcol per litro di sangue?
«Ogni organismo ha la sua risposta all’assunzione di alcol. Dipende dal metabolismo di ciascuno, oltre che dal tempo che passa tra l’assunzione e il controllo della polizia. In teoria, basta un residuo di vino in bocca, quello dell’ultimo sorso prima di salutare gli amici al ristorante, per portare l’etilometro oltre il limite concesso prima del ritiro della patente. Un esame dei riflessi, invece, fornirebbe un’analisi più completa e complessa: alcol, oppiacei, e altro».
Altro?
«La cocaina. Oggi sulle strade non c’è test per dire se un automobilista ha appena fatto uso di cocaina».
L’effetto della cocaina è molto diverso da quello dell’alcol.
«Può fare peggio. Chi fa uso di polvere bianca sopravvaluta poi le proprie capacità. La cocaina dà un senso di onnipotenza. Anche al volante».
Nel frattempo si moltiplicano le polemiche sul fatto che l’etilometro non sarebbe così attendibile. E il limite consentito troppo basso: due bicchieri e mezzo a pasto. Meglio affiancare l’esame del sangue, a conferma o a difesa?
«A differenza di altre sostanze che restano a lungo nel sangue, l’alcol ha un metabolismo rapido. Se passa troppo tempo, dopo l’etilometro, i dati possono non corrispondere. Ma io insisto, andiamo oltre. Il controllo dei riflessi sarebbe molto più efficace».