studenti

Scritto da il 6 ottobre 2007

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Qualche settimana fa, quasi un mese fa, era scoppiata la bolla degli ingressi truccati all’università. Test di ammissione che, chi pagava le persone “giuste”, era sicuro di superare, entrando così in corsi universitari che avrebbero garantito un futuro dorato. La cosa triste è che questi corsi sono quasi sempre legati all’ambito della medicina! Dove c’è una legge dello stato a imporre il numero programmato. E, caso strano(!), ambito in cui non pare esistere disoccupazione.

Test truccati, test sbagliati, test da rifare, citazioni in giudizio e indagini ministeriali. E, soprattutto, la solita voce polemica: “stop al numero chiuso”. A Torino erano scesi a fianco degli studenti, firmando una petizione contro il numero chiuso, anche volti noti come Walter Malosti, Enzo Garinei, Beppe Rosso, Marco Columbro, Ernesto Olivero e Luciana Littizzetto (fonte LaStampa). Questo perchè, a differenza di Medicina, per tutti gli altri corsi di laurea è a discrezione dell’Ateneo la scelta di imporre o meno il numero chiuso.

E così si attacca l’Ateneo perchè devo trovare risorse per fare immatricolare tutti quelli che lo vogliono. Salvo poi, sfornare a ogni sessione di laurea un esercito di felici acculturati disoccupati.

Quasi placata la polemica test, ecco scoppiare nella settimana trascorsa un altro bubbone: il ritorno degli esami di riparazione.  Per superare il ridicolo sistema dei debiti, che permetteva di conseguire un titolo con valore legale come il diploma pur in presenza di lacune certificate come debiti formativi, il ministro Fioroni ha decretato che da quest’anno tornano gli esami di riparazione: chi a fine anno non ha la sufficienza in una materia dovrà presentarsi, entro il 31 agosto o giù di lì, e dimostrare di essersi impegnato per colmare le lacune e passare così alla classe successiva.

Apriti cielo! Il solito comitato studentesco si è scagliato con forza: con questo sistema sarà promosso solo chi ha i soldi per pagarsi le lezioni private. Ma come, mi chiedo io, non è più sufficiente studiare durante l’anno?

Perchè in Italia qualunque sistema che premi il merito dev’essere visto come una limitazione? Un test di ingresso universitario che dia importanza al voto di maturità, una scuola superiore che promuova chi ha la sufficienza, non sono appannaggio dei ricchi ma, semplicemente, il solo modo per far crescere una generazione che non si debba più piegare per 800 euro al mese. Smettetela di protestare ed entrate in aula a studiare, perchè la campanella (d’allarme) è già suonata!

Ps: naturalmente il sistema meritocratico dovrà essere veramente tale, senza possibilità di corruzione.

Ps 2: personalmente non condivido neppure l’idea dell’esame di riparazione, a fine anno o promosso, se meritevole, o bocciato.

Un commento per “studenti”

  1. MariCri scrive:
    6 ottobre 2007 at 18:09

    condivido ciò che hai scritto riga per riga, dal momento che da quest’anno lavoro come insegnante di sostegno in una scuola e seguo i ragazzi del doposcuola, avendo modo di vedere la profonda ignoranza che colpisce questa generazione di studenti. Io sono ametà tra la generazione degli esami a settembre e quella dei corsi di recupero. siccome ero ero una secchiona non mi sono mai toccati ne gli uni ne gli altri, ma ho avuto modo di vedere che con i corsi di recupero non si recupera un bel niente. La meritocrazia è un valore enorme, ma purtroppo non ancora affermato nella nostra soietà e secondo me su questo punto si dovrebbe protestare, non sul fatto che, poverini, i ragazzi delle superiori dovranno finalmente darsi da fare sui libri (si spera!). sul secondo P.S. concordo con te, sarò assolutista, ma secondo me in 2 mesi non si recupera un bel niente, o si studia costantemente tutto l’anno o si ripete…poi ditemi pure che sono assolutista!