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Roma, 21 febbraio, ore 18:22, notizia ANSA: «Pdl: inquisiti fuori dalle liste – No ai candidati con procedimenti penali in corso. E’ una delle regole per la formazione delle liste elettorali del Pdl. L’indicazione e’ contenuta in una lettera che Sandro Bondi, coordinatore di Fi, ha inviato a coordinatori regionali e membri del comitato candidature».

E chi trovano ancora da candidare? Leggiamo ancora…

«Eventuali procedimenti penali che riguardano nostri parlamentari o eventuali candidati, esclusi quelli che hanno un’origine politica, costituiscono un motivo sufficiente di esclusione dalle liste».

Ah, adesso è più chiaro! Unica eccezione: i reati per motivi politici. Considerando, ad esempio, la forte connivenza tra mafia e politica, si può ipotizzare che anche un reato di mafia sia di origine politica. Oppure, considerando che la sentenza è emessa da un giudice, che tutti i giudici che emettono sentenze contro Forza Italia & C. sono comunisti, allora le sentenze sono comuniste e quindi politiche. E quindi ci si può candidare.

E poi, non c’è problema morale se sei tu a scrivere le regole morali; come scrive Vittorio Pasteris: fatta la legge, trovato l’inganno!

ore 20:28, sempre dall’ANSA: «Pdl: candidature, Bondi precisa – Criteri ancora provvisori, e’ solo una bozza di lavoro».

Detto in altre parole: stavamo scherzando!

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