Il sogno Olivetti: l’ho letto da Vittorio Pasteris che segnala di averlo preso da VerMario. E io mi associo ricopiandolo (aggiungendo solo qualche maiuscola e il trattino orizzontale allo smile), con anche un po’ di commozione:
«Voglio lavorare all’Olivetti. Ma non quella di adesso, voglio lavorarci nel 70 o giù di li. Voglio andare a stare a talponia e parcheggiare la 128 nel garage sotterraneo. Voglio andare all’asilo Olivetti, alla colonia, alla biblioteca ai servizi sociali. Voglio inventare il primo personal computer, o almeno dire che l’ho fatto. Voglio l’agenda e il calendario. Voglio stare al lago Sirio, andare a nuotare alla Serra e a leggere alla biblioteca in piazza Ottinetti. Voglio fare un prestito per i dipendenti, andare dal dentista della fabbrica, andare in mutua.
E non mi importa se poi non ha funzionato. Voglio la mia spilla d’oro. :-)».
E lasciatemi aggiungere: voglio lavorare all’Olivetti di Ivrea e non essere trattato da mendicante nelle agenzie interinali che ne hanno preso il posto!