Andrea Camilleri su l’Unità

Scritto da il 4 luglio 2008

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Andrea Camilleri intervistato da Saverio Lodato su l’Unità, riguardo alla protesta in programma l’8 luglio contro Berlusconi:

«SV: Alla tua età ancora voglia di girotondi?

AC: No, magari non farò girotondi, però li farò in spirito… Non ho più l’età per fare girotondi e poi per me, con questo caldo, sarebbe letale… Ma mi interessa partecipare allo spirito dei girotondi… (…)

SV: Il centro sinistra è diviso. Il Pd ha detto che non intende partecipare. (…).

AC: Non so perché il Pd non voglia partecipare. Questa è una manifestazione spontanea, organizzata da cittadini certo non più giovanissimi e altrettanto certamente non dediti a violenze di piazza. Quindi anche il Pd potrebbe tranquillamente partecipare. Personalmente parteciperò, senza nessun problema, alla manifestazione autunnale che il Pd dice di volere organizzare… Oltretutto, se mi è concessa la battuta di spirito, a quell’epoca rischiamo veramente di stare freschi, visto che, a mio parere, sarà un po’ troppo tardi. (…)

SV: Perché per te Berlusconi e il berlusconismo hanno sempre avuto il sapore dell’olio di ricino?

AC: Non tanto il sapore dell’olio di ricino. Quanto il sapore di un anomalia, il sapore di qualcosa che ti resta in gola e non va giù. Pare che l’esperienza di due governi Berlusconi non abbia insegnato nulla agli italiani che lo hanno votato. La polemica, per lui funzionale, contro la giustizia rischia in ogni momento di arrivare a un punto di non ritorno. La mia affermazione che lui non appartiene alla democrazia viene comprovata ogni giorno.

SV: Puoi fare degli esempi?

AC: Ne faccio solo uno che risale a martedì. Quel giorno il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, fa una preoccupata denuncia nella quale dice che il potere d’acquisto dei salari è enormemente diminuito. Per questo si creano sempre nuova zone di povertà. Benissimo. A queste parole del governatore cosa risponde nella stessa giornata il nostro presidente del consiglio? Che ci sono le condizioni per potere fare un decreto legge sulle intercettazioni. Non ti sembra un ottimo esempio dell’attenzione del premier nei confronti dei problemi dei cittadini nel suo Paese?

SV: (…) «magnaccia», riferito a un presidente del Consiglio, lo trovi un po’ troppo hard come termine?

AC: Quando presidenti del Consiglio erano persone anche discusse, come Craxi o Andreotti, a chi sarebbe mai venuto in mente di adoperare una parola simile per loro? (…) E agli scandalizzati di oggi vorrei ricordare che i votanti di sinistra vennero definiti da Berlusconi “coglioni”, i magistrati “persone tarate”, e, proprio qualche giorno fa, autentica “metastasi”.

SV: Resta il fatto che stavolta Berlusconi l’hanno votato a stragrande maggioranza.

AC: Allora devo fare una precisazione: il partito di Berlusconi non ha raggiunto una stragrande maggioranza. Solo che pur non essendo maggioranza, all’interno della sua coalizione, lui personalmente agisce come se avesse il potere assoluto. Ed è proprio questa l’anomalia di cui parlavo prima, difficile da digerire, difficile da accettare. Io personalmente, se si fosse trattato di andare genericamente contro un governo di destra, liberamente eletto dai cittadini, alla manifestazione dell’8 luglio non avrei partecipato, neanche in spirito. Io vado a protestare contro un governo di centro destra monopolizzato da Berlusconi che è totalmente prono ai suoi interessi personali. (…)

SV: Però il prelevamento delle impronte ai bambini Rom è diventato immediatamente operativo.

AC: Questo sì, perché equivale esattamente a quello che, come ci racconta Manzoni, capitava durante la peste di Milano. Mentre le persone morivano a migliaia il governo dava la caccia agli untori che, fra parentesi, non erano mai esistiti. Insomma, le uniche cose che questo governo ha fatto sin qui sono quelle remunerative sotto il profilo demagogico… o che interessano personalmente il direttore dell’orchestra….

SV: E poi, già che ci siamo, perché non prendere anche le impronte a tutti i piccoli figli dei mafiosi?

AC: Ma tu vorresti mettere sullo stesso piano figli dei mafiosi e figli degli zingari? C’è una differenza abissale fra le due categorie: i mafiosi aiutano la politica, i Rom sono utili alla politica solo demagogicamente ma, purtroppo per loro, non elettoralmente…»

Parole sante! Meditate gente, meditate…

E magari l’8 luglio pensiamo di scendere in piazza. Prima che sia troppo tardi…

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