Oggi il presidente del consiglio deve difendersi dalla “criminalità mediatica” orchestrata dal solito comunismo.

E’ brutto quando comincia a mancare la memoria e non ci si ricorda più dell’aprile 2001.

Le buche delle lettere degli italiani invase, abusivamente occupate, senza averlo richiesto, da un “libro” dal titolo  “Una storia italiana“.

Giorni beati in cui si leggeva di “Veronica, il grande amore” e i media non erano criminali. O viceversa!

Ma tutto passa e tutto si dimentica, costretti a lamentarsi di troppa invadenza sugli schermi della Rai.

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