Eroi che danno il sangue

scritto da il 29 aprile 2010

“Va bene, anche il loro è un lavoro. Ma definirli eroi è troppo!”.

L’esclamazione di Fede, all’ennesima esaltazione della sconfitta di ieri sera dell’Inter, mi ha fatto capire cos’è che non funzionava: non si possono considerare degli eroi 11 giovanotti in calzoncini, pagati per mantenere sano il loro fisico e far giustificare i vandalismi degli ultrà.

Signori giornalisti, gli eroi che danno il sangue, come li avete definiti, dovete cercarli altrove! Per restare nell’ambito del lavoro, provate qui: al Mulino Cordero di Fossano, oppure in Corso Regina Margherita 400 a Torino, suonare Thyssenkrupp. Se poi avete voglia di girare l’Italia, ne troverete circa 1000 in un anno.

Morti sul lavoro: questi sono gli eroi che danno il sangue.

ps: signori per questi giornalisti è un eufemismo, piuttosto ci si chiede cosa rappresenti il loro ordine, se non l’ennesima casta italiana. E poi, almeno gli 11 (o 10 che sono rimasti) avessero vinto!

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