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Vi ricordate lo sbarco del padrone di Arcore su Facebook di qualche settimana addietro?

No. Poco male: non era niente di interessante.

Anche perchè da quelle parti, di Internet (e non solo di Internet) ne capiscono veramente poco…anzi, direi proprio nulla!

E così possiamo sentire Google diventare “gogol”: lallazioni da bambini, beatamente ignoranti ed etero centrati.

Volete sentire? Vi dobbiamo avvertire che il tono di voce è da voltastomaco: laStampa.it (oppure da qui)..

Suvvia, può capitare a tutti di sbagliare. Non si tratta invece di un errore la “Bozza definitiva” di “Codice di autodisciplina a tutela della dignità della persona sulla rete Internet” presentata lo scorso 12 maggio dal Ministro degli Interni Maroni ed dal Viceministro alle Comunicazioni Romani agli operatori Internet.

Scrivono Paolo De Andreis e poi Guido Scorza:

«Non si possono spezzare le reni alla libertà di espressione affrontandola frontalmente come fosse una spedizione militare, la debacle è pressoché sicura. Tocca circumnavigare con pazienza il suo nocciolo, saltellare tra casi di cronaca, presunta sacralità della privacy e discutibili decisioni della magistratura per definirne un perimetro che appaia ragionevole. Da qui la decisione di Maroni di presentare, come già i Governi nostrani han provato a fare altre tre volte in cinque anni, un codice di auto-regolamentazione dei servizi Internet. Con una novità: questa volta si invita chiunque operi su Internet a cancellare tutto quello che ritenga ledere “la dignità umana”, locuzione che nella migliore tradizione dell’ambiguità giuridica italiana non ha alcun significato. Il tutto sulla sola base di una “opportuna segnalazione” e non di un provvedimento della magistratura».

«Si tratta della prosecuzione dell’iniziativa già lanciata, nel dicembre dello scorso anno, dal Ministro Maroni, a seguito dei fatti di Piazza del Duomo a Milano:(…) c’è da chiedersi quale sia il senso di dettare regole speciali per la “Rete italiana”, mentre il resto d’Europa e del mondo prosegue sulla sua strada. (…) non si può non rilevare che è una curiosa forma di “autoregolamentazione” quella che sta andando in scena nel nostro Paese: due Ministri della Repubblica predispongono una “bozza definitiva” di codice e la “propongono” agli operatori, auspicandone una rapida – un mese al massimo – adozione. A mia memoria è la prima volta che l’autoregolamentazione di un settore vede la luce da una penna di Palazzo Chigi!».

Così ci viene il dubbio che “gogol” non sia stato uno sbaglio, ma una scelta precisa: il Governo, nella persona del suo padrone, di Internet non ne capisce nulla, dormite perciò sonni tranquilli…illusi!

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