Renzi e il gatto nero

Scritto da il 11 ottobre 2012

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Matteo Renzi che si lamenta di Marchionne, mi ricorda la bimba che voleva il gatto nero. Vi ricordate la canzone?

«Un coccodrillo vero,
un vero alligatore
ti ho detto che l’avevo
e l’avrei dato e te.
Ma i patti erano chiari:
il coccodrillo a te
e tu dovevi dare
un gatto nero a me».

C’era il bullo del quartiere che illudeva la povera bimba: ti darò il gatto nero dei tuoi sogni ma tu devi darmi qualcosa in cambio.

E così la bimba era costretta a mettere sul piatto: un coccodrillo o alligatore che dir si voglia, una giraffa in carne ed ossa, un elefante indiano con tutto il baldacchino. Fino ad arrivare all’intero zoo!

Tutto per avere un gatto nero, che il bullo (alias Marchionne) prometteva senza neanche farlo vedere. Probabilmente perchè il bullo il gatto nero non lo aveva, sicuramente perchè Marchionne non ha mai avuto un progetto serio.

La ragazzina però non è proprio il Matteo Renzi: lei, come gli operai Fiat, metteva sul piatto la propria dignità; il Renzi aderiva entusiasta mettendo avanti la dignità degli altri.

Un bel giorno la ragazzina Renzi si stufa.

E qui dicono la stessa cosa:

«siccome sei un bugiardo
con te non gioco più».

La ragazzina si riprendeva tutto e il bullo restava a mani vuote.

Renzi si accorge che Marchionne diceva solo balle ma intanto Marchionne si è preso tutto lo zoo. E non lo restituisce sicuramente.

Non penso che all’Italia sia utile la bambina Renzi. Volevo un gatto nero, nero, nero…

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