2 giugno 2011: si lavora…

scritto da il 2 giugno 2011

Il 2 giugno 1946 gli italiani furono chiamati alle urne: con un referendum scelsero tra Repubblica e Monarchia.

Il risultato della scelta è abbastanza conosciuto e il 2 giugno divenne così la Festa della Repubblica.

Per qualche anno, dal 1977 al 2001, i festeggiamenti vennero spostati alla prima domenica di giugno. Motivi economici (sic!).

Poi, per fortuna, un piccolo grande uomo, di nome Carlo Azeglio Ciampi, ci ricordò che festeggiare il proprio compleanno è una cosa bella e importante. E i festeggiamenti tornarono al giorno giusto: il 2 di giugno di ogni anno.

2 giugno 2011: io oggi andrò a lavorare. I turni dati dall’azienda hanno deciso così. E’ proprio necessario? Non lo so, non importa.

Ciò che davvero mi rattrista sono le reazioni che ho visto intorno a me: menefreghismo, assoluta indifferenza; quasi fosse normale lavorare in un giorno di festa.

Siamo davvero sicuri che gli italiani, il 2 giugno 1946, scelsero la Repubblica? Perchè io ho l’impressione di essere circondato da monarchici…

Viva l’Italia, viva la Repubblica.

 

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Pasqua 2011

scritto da il 24 aprile 2011

Che gioia ci hai dato, Signore del cielo
Signore del grande universo!
Che gioia ci hai dato, vestito di luce
vestito di gloria infinita!

Vederti risorto, vederti Signore,
il cuore sta per impazzire!
Tu sei ritornato, Tu sei qui tra noi
e adesso Ti avremo per sempre.

Chi cercate, donne, quaggiù?
Quello che era morto non è qui:
è risorto, sì! come aveva detto anche a voi,
voi gridate a tutti che
è risorto Lui!

BUONA PASQUA!

(testo tratto da Resurrezione dei Gen Rosso)

 

150 Buongiorno Italia

scritto da il 17 marzo 2011

di Massimo Gramellini:

Come tanti torinesi in questa giornata di festa, passeggio sotto i portici imbandierati del centro levandomi il cappello ogni volta che qualcuno mi saluta: «Cerea». Cerea. Anzi… buongiorno!». Oggi si parla italiano. Perché oggi sulla Gazzetta Ufficiale del Regno è nata l’Italia e, comunque la pensiate, è una gran cosa. Una cosa fatta da noi. Già, noi. Una minoranza di entusiasti. Ma sono le minoranze di entusiasti a fare la storia, per poi imporla ai pigri e agli scettici come epica collettiva. Davanti a Palazzo Carignano bivacca un gruppo di patrioti lombardi che cantano Mameli a squarciagola. Soltanto uno rimane in silenzio: «Perché tu non canti, Trota?» lo apostrofa un bergamasco. «Perché son federalista». «E alura? Gli americani sono più federalisti di te. Però quando parte l’inno nazionale si mettono la mano sul cuore! Te capì?».

Uno stormo di tonache svolazza sul selciato, lanciando anatemi contro il misfatto appena compiuto da quella banda di massoni: unire l’Italia contro la volontà del Santo Padre! Svoltano l’angolo, ma uno dei pretini torna indietro, lanciando occhiate furtive. Quando è sicuro che i confratelli non lo vedono, estrae dalla tonaca un fazzolettone tricolore e lo sventola in direzione dei ragazzi lombardi. Poi lo rimette in tasca, si fa il segno della croce e fugge via. Fosse un profeta direbbe: «Fra un secolo e mezzo persino il Papa la penserà come me». Invece è solo un povero diavolo innamorato dell’Italia, nonostante tutto. Come tanti italiani in questa benedetta domenica 17 marzo 1861.

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A L’É TORNA CARLEVÉ

scritto da il 6 gennaio 2011

A l'è tornà Carlevè

A l’é torna Carlevé
noi i soma torna sì;
a-i’ é mac na ròba sola:
i l’oma n’ani ‘d pì…

Ël general, la mulinera
con j’arancé e j’abbà ‘nt la sfilada,
co’ij pìfer, la banda e jë student
an alegrìa a giro la sità.
A l’é na bela festa d’ecession
che tuti a la conòsso ant ij dintorn.

Ël verd del Canavèis,
la Serra, ël Mombaron
e le montagne tute
a fan da bel contorn…

Domse da fé, Canavesan,
lassoma nen ch’as perda ‘l Carlevé;
l’aqua dla Dòra a passa e a torna pì, sta bela festa ‘nvece a deuv duré.
Dla bela Ivrea con le soe rosse torr
as na parlerà an Italia
e an tut ël mond.

(grazie a ValeH per l’idea e www.carnevalediivrea.com per il testo)

i dolci di Natale

scritto da il 21 dicembre 2010

Un elenco che, solo a leggerlo, ti alza la glicemia a 1000!

«Natale è una festa gastronomica, oltre che religiosa. Se in Italia il Presepe strizza l’occhio al panettone, il mix di sacro e goloso investe tutta l’Europa. Tra la Germania e i Paesi dell’ex impero Asburgico la festa è abbinata a prodotti da forno come cornetti alla vaniglia, biscotti all’anice, meringhe, marzapane e stelle alla cannella. I dolci austriaci e tedeschi più classici sono i weihnachtsplatzchen (biscotti alle mandorle) e i christstollen, un impasto di uova e farina cotto al forno con uvetta e frutta candita: un parente del panettone, più compatto e meno soffice, servito spalmato di burro fuso e coperto di zucchero vanigliato.

A Vienna si gusta il kletzenbrot, il pane di pere secche. In Tirolo lo zelten (…), un panforte poco dolce di frutta secca, arancini, cannella, chiodi di garofano e pasta di pane. Pasticceria innaffiata da glühwein, un vin brûlé molto speziato. Il dolce natalizio di Copenaghen è il ris à l’amande, nome rubato ai francesi per un riso e latte con panna e mandorle tritate, innaffiato di sherry. È simile al julgrot, il riso di Natale svedese: cotto con latte, zucchero e cannella, e servito, freddo o caldo, con marmellata. In Danimarca per digerire tutto si beve gløgg, versione superalcolica del vin brûlé, a base di vino rosso, acquavite, cannella, uvetta, chiodi di garofano e mandorle tritate: servito fumante, spesso accompagnato dalle æbleskiver, frittelle con zucchero a velo e marmellata di ribes nero. Al gløgg seguono bicchierini di Aalborg akvavit, una grappa natalizia ad alta gradazione. Serve a mandare giù la tradizionale pasticceria dell’Avvento: kleiner (frittelle di farina, burro, uova e limone), brune kager, (pane con zenzero tagliato a fettine e coperto di noci tritate), pebbernøder, (biscotti rotondi con cannella, zenzero e noce moscata) e folletti di marzapane.

Il pan di zenzero è il dolce di Natale anche in Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca. Un mese prima delle feste l’impasto viene elaborato sciogliendo zucchero e miele nel burro e amalgamandoli poi con farina, uova, latte, sale, noci schiacciate, bucce di arancia candite, cannella, chiodi di garofano, cardamomo e zenzero. La pasta riposa per quattro settimane prima di essere cotta in forno Ci sono due tipi di pan di zenzero: uno molto speziato trasformato in biscottini che accompagnano la vodka; e un altro in cui abbonda la frutta secca, offerto come dessert. A Varsavia arriva in tavola insieme alla torta di semi di papavero, soffritti nel burro con mandorle, vaniglia, miele, uvetta e bucce di arancia candite, quindi mescolati con latte e tuorli di uovo per ottenere una crema adatta a farcire torte e pasticcini. A Praga il pan di zenzero è invece in compagnia di pernicky (le stelle alla cannella) e vánočka, la treccia di Natale, preparata con farina integrale, uova, burro, latte, lievito di birra, uvetta, mandorla e noce moscata: un cugino del panettone, meno lievitato del dolce milanese ma più dello stollen. D’altronde Milano, Praga e Vienna erano parti dello stesso impero.

A Budapest il dolce della festa è invece il rétech, uno strudel preparato con diverse marmellate, noci e altra frutta secca pestata e, a seconda delle ricette, succo di limone, cannella o rhum.
Il Christmas pudding inglese, parente più complesso del nostro budino, a Dublino diventa un dolce al cucchiaio a base di Guinness, whiskey, frutta secca, uva passa, preparato con due mesi di anticipo e cotto a bagnomaria per sette ore: è servito flambé. Complessa anche la Christmas cake irlandese, glassata torta con frutta secca, whiskey e marzapane. Più semplice la Christmas crumble: la sbrisolona dell’isola verde. In Spagna la Nochebuena (vigilia) si festeggia in famiglia mangiando torrone, marzapane e polvorones (dolcetti di burro e farina)» (di Marco Moretti).

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Primo Maggio

scritto da il 1 maggio 2010

Buon Primo Maggio!

Buon Primo Maggio a chi oggi festeggia e Buon Primo Maggio a chi oggi lavora!

Buon Primo Maggio a chi ha un lavoro e Buon Primo Maggio a chi un lavoro lo cerca!

Buon Primo Maggio a tutti coloro che si occupano di lavoro credendo che il Talento Umano è infinito!

Buon Primo Maggio da me e da psicologiadellavoro.com!

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Carnevale 2010: una settimana dopo

scritto da il 18 febbraio 2010

Esattamente una settimana fa, il Generale saliva a cavallo per la prima volta: dando così inizio ai giorni centrali e finali dello Storico Carnevale di Ivrea.

E’ passata una settimana e tutto si è concluso.

Così, a caldo ma non più tanto, provo a raccogliere qualche pensiero…

Non mi è piaciuto:

– lo Stato Maggiore: in troppe occasioni sembravano una banda di paese;

– l’Aiutante della Mugnaia che martedì sera si puliva il naso invece di passarle i garofani;

– i credendari accoppiati agli Abbà nelle domeniche delle alzate: presenti solo sul programma…per fortuna;

– la sfilata del sabato sera: che da tempo non è più una sfilata;

– i tempi troppoooooo lunghi della premiazione;

– il dito medio di alcuni Diavoli verso gli Scacchi: era un’offesa personale che non ci meritiamo;

– le poche arance e il poco vin brulè di martedì pomeriggio.

Mi è piaciuto:

– la Mugnaia Elisa Gusta in Zanetta e il Generale Alberto Alma: semplicemente eleganti! Bravi!

– il Sostituto Gran Cancelliere Carlo Ardissono: arguto e preparato! Ritiro quanto detto in precedenza e spero di rivederlo il prossimo anno!

– gli Arduini che non ci hanno tirato arance;

– gli Scacchi che non hanno provocato gli Arduini;

– la sfilata organizzata degli Scacchi;

– la tantissima gente presente ai momenti “storici”: perchè lo Storico Carnevale di Ivrea non è solo la battaglia delle arance;

– partecipare al Carnevale. Ho vinto. Ma non ho fatto festa per quello. L’importante è partecipare.

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la Zappata degli Scarli

scritto da il 16 febbraio 2010

Non mi era piaciuto il Sostituto nelle domeniche degli Abbà.

Ma ieri, alle Zappate per gli Scarli, è stato davvero molto bravo!

«Se n’è andata una giornata iniziata “su per i brich, la matin ad bun ora”, per la Zappata degli Scarli, nel corso della quale il Sostituto Gran Cancelliere ha voluto riprendere l’usanza di affidare il piccone allo sposo e la pala alla sposa, a differenza di quanto hanno fatto quasi tutti i suoi predecessori, ad eccezione di Piercarlo Broglia: «Ho riletto i verbali – spiega Carlo Ardissono – e soprattutto il suo libro “Ivrea e ‘l nos carlevè”, dove spiega le ragioni, che si rifanno alla metafora della riproduzione , per cui è giusto che gli “strumenti” siano affidati così, quindi mi sono adeguato a una spiegazione che condivido». E, affinchè anche il “popolo” fosse informato sul perché di questa novità, in piazza di Città, per la Zappata di San Salvatore, il Sostituto, assistito dall’immancabile Giancarlo Spagna (che è ormai da annoverare tra i “personaggi” della Zappata), ha dato una dotta spiegazione, prima di dare lettura del tradizionale verbale» (di Federico Bona).

Viva gli Sposi!

Viva il Sostituto Gran Cancelliere Carlo Ardissono nominato per la prima volta!

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Domenica prossima, 7 febbraio, l’aria di Ivrea sarà decisamente frizzante!

Si inizia al mattino con la presentazione dei Carri da Getto e la Vetrina del Carnevale (ex mercatino dell’arancere…ma quest’anno è tutto cambiato!).

Alle 12, sul Ponte Vecchio, la Cerimonia della Riappacificazione degli abitanti dei Rioni di San Maurizio e del Borghetto. E nell’homepage se ne sono dimenticati…quest’anno si fa attenzione alla storicità!

E nel pomeriggio: seconda alzata degli Abbà. Nel programma per ogni Abbà, novità 2010, compare sempre il nome di un Credendario. Come sono stati scelti? Perchè sono stati messi? Chi ne sentiva la necessità? Mah…non è che via un’élite, avanti un’altra?!

Il programma, le sviste, le novità le trovate sul sito dello Storico Carnevale di Ivrea.

E dopo domenica, non ci resta che aspettare giobia ‘n bot.

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Storico Carnevale d’Ivrea

scritto da il 4 febbraio 2010

In attesa del Carnevale, sbirciamo cosa dicono di noi…

Carnevale d’Ivrea from Massimo Sozzi on Vimeo.

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il Generale e gli Abbà

scritto da il 4 febbraio 2010

Storico Carnevale di Ivrea: altro video, sulla prima domenica degli Abbà, in cui il Generale si presenta per la prima volta in divisa.

Ivrea: prima domenica degli Abba’ e Generale from Massimo Sozzi on Vimeo.

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Ivrea: prima alzata degli Abbà

scritto da il 1 febbraio 2010

Per anni si è criticato chi ha voluto numerare le edizioni del Carnevale.

Ma quest’anno tutto è cambiato.

Così ieri abbiamo dovuto ascoltare un Sostituto che nel processo verbale di nomina degli Abbà, ci ricordava che stiamo vivendo il primo anno della Fondazione dello Storico Carnevale di Ivrea.

Tutto è cambiato…

ps: a proposito di Sostituto…no, meglio lasciar perdere. Ma per favore: ridateci presto Frigo!

Pasqua: Cristo è risorto!

scritto da il 12 aprile 2009

“Il Cristo è risorto: tutto e tutti devono riflettere la luce di lui: l’uomo e la famiglia, le leggi e il costume, e le varie forme di vita comunitaria delle nazioni. Poiché Cristo ha vinto il peccato e la morte, instaurando nuovo ordine nei rapporti dell’uomo con Dio, nulla può ormai esimersi dal suo divino imperio: «come Cristo risuscitò da morte per la gloria del Padre, così noi camminiamo in novità di vita» (Rom. 6, 4.).

Surrexit Christus, alleluia! Il saluto dice radioso programma: non morte, ma vita; non divisioni, ma pace; non egoismi, ma carità; non menzogna, ma verità; non quel che deprime, ma il trionfo della luce, della purezza, del mutuo rispetto. E poiché ciò costituisce la salvezza, il servizio, l’onore del cristiano, questa sia la vostra testimonianza, ora e sempre, diletti figli!”

SOLENNITÀ DI PASQUA 1963
MESSAGGIO URBI ET ORBI
DEL SANTO PADRE GIOVANNI XXIII

Buona Pasqua a tutti!

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Epifania

scritto da il 6 gennaio 2009

Epifania è la festa del cuore dilatato.  E’ una gioia pensare oggi che Dio è di tutti. I Magi erano dei pagani, venivano da un Oriente misterioso, patria delle religioni più diverse, culla della vita. Vengono a dire che Dio appartiene a tutta l’umanità e che lo cercano l’intelligenza e il cuore di ogni uomo, la sapienza e la cultura di ogni popolo.

E’ il Dio di chi crede e di chi non ce la fa a credere, dei cristiani e degli islamici, di chi è regolarmente sposato e di chi ha subito la lacerazione dell’amore, di chi è solo e di chi vive insieme ad un amato, di me e di chi non è della mia parte politica.

E’ il Dio di tutti e per tutti fa sorgere una stella, per chiunque lo cerchi con cuore sincero.

I Magi vedono molte cose in quella stella. E’ una stella con molte stelle dentro, un bambino, un re, un Dio: Siamo venuti per adorarlo. Ecco il desiderio di Dio. Dio ha desiderio che noi abbiamo desiderio di lui. Dio non è un dovere, è un desiderio. Per questo i Magi viaggiano per anni, “fissando gli abissi del cielo fino a bruciarsi gli occhi del cuore”.

D. M. Turoldo

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Dal messaggio di Sua Santità BENEDETTO XVI per la Celebrazione della GIORNATA MONDIALE DELLA PACE (1° GENNAIO 2009)

1. Anche all’inizio di questo nuovo anno desidero far giungere a tutti il mio augurio di pace ed invitare, con questo mio Messaggio, a riflettere sul tema: Combattere la povertà, costruire la pace. Già il mio venerato predecessore Giovanni Paolo II, nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace del 1993, aveva sottolineato le ripercussioni negative che la situazione di povertà di intere popolazioni finisce per avere sulla pace. Di fatto, la povertà risulta sovente tra i fattori che favoriscono o aggravano i conflitti, anche armati. A loro volta, questi ultimi alimentano tragiche situazioni di povertà. «S’afferma… e diventa sempre più grave nel mondo – scriveva Giovanni Paolo II – un’altra seria minaccia per la pace: molte persone, anzi, intere popolazioni vivono oggi in condizioni di estrema povertà. La disparità tra ricchi e poveri s’è fatta più evidente, anche nelle nazioni economicamente più sviluppate. Si tratta di un problema che s’impone alla coscienza dell’umanità, giacché le condizioni in cui versa un gran numero di persone sono tali da offenderne la nativa dignità e da compromettere, conseguentemente, l’autentico ed armonico progresso della comunità mondiale».

(…)

«Ciascuno faccia la parte che gli spetta e non indugi », scriveva nel 1891 Leone XIII, aggiungendo: «Quanto alla Chiesa, essa non lascerà mancare mai e in nessun modo l’opera sua». Questa consapevolezza accompagna anche oggi l’azione della Chiesa verso i poveri, nei quali vede Cristo, sentendo risuonare costantemente nel suo cuore il mandato del Principe della pace agli Apostoli: «Vos date illis manducare – date loro voi stessi da mangiare» (Lc 9,13). Fedele a quest’invito del suo Signore, la Comunità cristiana non mancherà pertanto di assicurare all’intera famiglia umana il proprio sostegno negli slanci di solidarietà creativa non solo per elargire il superfluo, ma soprattutto per cambiare «gli stili di vita, i modelli di produzione e di consumo, le strutture consolidate di potere che oggi reggono le società». Ad ogni discepolo di Cristo, come anche ad ogni persona di buona volontà, rivolgo pertanto all’inizio di un nuovo anno il caldo invito ad allargare il cuore verso le necessità dei poveri e a fare quanto è concretamente possibile per venire in loro soccorso. Resta infatti incontestabilmente vero l’assioma secondo cui «combattere la povertà è costruire la pace».

Dal Vaticano, 8 Dicembre 2008

BENEDICTUS PP. XVI

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