«Gli aranceri del carro da getto Imperatori tornano ad essere protagonisti della battaglia delle arance dello Storico Carnevale di Ivrea. Obiettivo è partecipare alla grande festa eporediese e onorarne la tradizione, ma anche proporre uno speciale progetto di solidarietà a favore di Casainsieme.

L’Associazione Casainsieme che ha realizzato ed attualmente gestisce il Centro di cure palliative – Hospice di Salerano, ha chiesto aiuto agli amici Imperatori per la realizzazione di una nuova stanza di degenza, necessaria per migliorare la recettività e l’assistenza alle persone in malattia e ai loro famigliari (…).

Grazie alla preziosa e sempre originale collaborazione dell’artista Eugenio Pacchioli è nato un nuovo carro.
Coloratissimo ed emozionante, come nello stile di Pacchioli, il carro propone in una serie di pannelli un’immagine di Ivrea, anzi di quattordici diverse ‘Ivree’ magiche e sognatrici, sospese in un paesaggio fantastico. Protagonista e presente su tutta la base del dipinto è il popolo frigio, vera anima della festa».

Per raccogliere i fondi, oltre a vendere le bellissime litografie create da Eugenio Pacchioli per il Carnevale 2010, vengono messi all’asta i singoli pannelli del carro, insieme ai due grandi pannelli dipinti nello
scorso mese di novembre a Montalto Dora da Eugenio Pacchioli e da Francesco Corni in occasione della
Sagra del Cavolo Verza. «Il Carnevale di Ivrea diventa quindi l’occasione per riunire le energie e i territori locali a vantaggio della solidarietà sociale».

Per saperne di più, visionare i singoli quadri e partecipare all’asta: www.imperatoridiivrea.it.

NB: il testo virgolettato e l’immagine sono stati “rubati” dal sito degli Imperatori, che ne sono i soli proprietari.

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venerdì: giorno di mercato

scritto da il 5 febbraio 2010

A Ivrea il venerdì è il giorno del mercato. C’è anche il martedì, in cui però c’è solo una parte del mercato alimentare.

Il venerdì è il giorno del mercato grosso. Anche stamattina, nonostante la neve mista pioggia, i banchi erano presenti.

E così ho potuto fare un po’ di spesa: carciofi, olive, carote e barbabietola.

A me il mercato piace!

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Domenica prossima, 7 febbraio, l’aria di Ivrea sarà decisamente frizzante!

Si inizia al mattino con la presentazione dei Carri da Getto e la Vetrina del Carnevale (ex mercatino dell’arancere…ma quest’anno è tutto cambiato!).

Alle 12, sul Ponte Vecchio, la Cerimonia della Riappacificazione degli abitanti dei Rioni di San Maurizio e del Borghetto. E nell’homepage se ne sono dimenticati…quest’anno si fa attenzione alla storicità!

E nel pomeriggio: seconda alzata degli Abbà. Nel programma per ogni Abbà, novità 2010, compare sempre il nome di un Credendario. Come sono stati scelti? Perchè sono stati messi? Chi ne sentiva la necessità? Mah…non è che via un’élite, avanti un’altra?!

Il programma, le sviste, le novità le trovate sul sito dello Storico Carnevale di Ivrea.

E dopo domenica, non ci resta che aspettare giobia ‘n bot.

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Storico Carnevale d’Ivrea

scritto da il 4 febbraio 2010

In attesa del Carnevale, sbirciamo cosa dicono di noi…

Carnevale d’Ivrea from Massimo Sozzi on Vimeo.

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il Generale e gli Abbà

scritto da il 4 febbraio 2010

Storico Carnevale di Ivrea: altro video, sulla prima domenica degli Abbà, in cui il Generale si presenta per la prima volta in divisa.

Ivrea: prima domenica degli Abba’ e Generale from Massimo Sozzi on Vimeo.

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Ivrea: prima alzata degli Abbà

scritto da il 1 febbraio 2010

Per anni si è criticato chi ha voluto numerare le edizioni del Carnevale.

Ma quest’anno tutto è cambiato.

Così ieri abbiamo dovuto ascoltare un Sostituto che nel processo verbale di nomina degli Abbà, ci ricordava che stiamo vivendo il primo anno della Fondazione dello Storico Carnevale di Ivrea.

Tutto è cambiato…

ps: a proposito di Sostituto…no, meglio lasciar perdere. Ma per favore: ridateci presto Frigo!

Immacolata dei Miracoli di Ivrea

scritto da il 8 dicembre 2009

Siamo a Torino nell’ottobre del 1859.

Il signor Alberto Pizio, rigattiere, aveva comprato, un quadro della Vergine Santissima della Concezione, affidato poi ad una sua conoscente.
Qualche tempo dopo, l’8 dicembre, recatosi a Porta Palazzo, al caffè Messina, egli s’incontrò con tre uomini
che l’attendevano per trattare la vendita di alcuni mobili.
L’affare pareva bene avviato e tutti si recarono a vedere il mobilio.
Il signor Pizio trasse dall’armadio il quadro della Madonna, ma questi signori, gli dissero: «Che vuole ancora
farne di questo?» Gli presero il quadro dalle mani e con una scure diedero un colpo sulla cornice che, nonostante
fosse fortificata da una lastra di ferro, andò a pezzi; dopo un secondo e un terzo colpo, la scure si spezzò in due,
ma l’immagine restò illesa.
Quando la scure si ruppe in due pezzi uno dei tre signori disse: «La Madonna ha fatto il miracolo!», ridendo presero
l’immagine e la gettarono sul fuoco, che poco prima erastato acceso. In un momento il quadro andò in fiamme e si
offrì agli occhi dei presenti un meraviglioso evento!

Il legno e la cornice del quadro ardevano, ma l’immagine della Vergine si faceva sempre più bella, allora Pizio vedendo un simile prodigio prese l’immagine e la posò, con tremore, sopra un tavolino.
Il rigattiere fu pregato di tenere il segreto sull’accaduto …
In quel medesimo giorno i coniugi Pizio, costretti dalla miseria, si erano recati dal Ministro dei Valdesi per iscriversi a quella religione.
Dopo più di un mese, il signor Alberto, rimproverato dalla consorte per non aver accettato i soccorsi dei Valdesi, giustificò il rifiuto, raccontandole il miracolo successo l’8 dicembre.
La moglie chiese di vedere l’immagine ed egli andò subito a prenderla.
Ella volendo essere testimone oculare del fatto prodigioso, mandò il figlio maggiore a comprare 10 centesimi di spirito, lo gettò sopra l’immagine e quindi sopra il fuoco, ma successe il medesimo prodigio dell’8 dicembre 1859.
Da quel momento i coniugi Pizio si convinsero di aver ricevuto un segno dal Cielo e decisero di chiedere consiglio a un sacerdote.

La domenica delle Palme andarono a Moncalieri e al primo sacerdote incontrato, raccontarono in breve il fatto.
Il sacerdote consigliò i due di «specchiarsi» nell’effigie della Vergine Santissima.
Il sacerdote poi suggerì di donare il quadro a qualche persona che potesse pregare per loro.
Il mercoledì santo i coniugi Pizio uscirono di casa tra le 20.00 e le 21.00 e decisero di regalare il quadro alla prima persona religiosa che avrebbero incontrato.
Quando giunsero all’angolo della via Conciatori [oggi Via Lagrange] e Via Borgo Nuovo [oggi Via Mazzini], due monache s’imbatterono nei coniugi e una di esse, Suor Vincenza Poé, urtò inavvertitamente la moglie del Pizio, la quale, da quel colpo provò tanta consolazione e commossa, rivolta al marito disse: «Ecco la religiosa a cui daremo il quadro della Santissima Concezione».

(tratto da www.laiciverniani.net)

Da quel giorno, 5 aprile 1860, il quadro viene conservato dalle Suore Verniane nel Tempio dell’Immacolata a Ivrea. E oggi si festeggia il 150° Anniversario con la partenza di una peregrinatio annuale.

Giovanni Impastato a Ivrea

scritto da il 24 novembre 2009

Stasera a Ivrea ci sarà Giovanni Impastato, con il co-autore Giovanni Vassia, a parlare del libro scritto su Peppino Impastato, il fratello ucciso dalla mafia il 9 maggio 1978.

«Vassia, “poco incline – come lui stesso afferma – all’agiografia??, raccoglie la testimonianza di Giovanni e ci restituisce quindi un quadro molto più intimo, in cui Peppino Impastato non emerge soltanto come l’eroe che è stato, come colui che denunciava la mafia e i mafiosi e sbatteva sulle facce, nelle case, sulle tavole dei suoi compaesani la loro stessa paura di parlare e ribellarsi, ma viene fuori anche come “elemento di rottura?? nel contesto di una famiglia di chiara estrazione mafiosa verso la quale perfino Giovanni stesso aveva un atteggiamento di tacita sopportazione.
Emblematico in questo senso è uno dei tanti aneddoti inediti che Giovanni tiene a ricordare: ai funerali del padre, Peppino si rifiutò, a differenza del fratello e della madre, di stringere la mano ai parenti collusi con la mafia, attirandosi ulteriori antipatie. Questo ha aperto in Giovanni una ferita che forse potrà rimarginarsi solo informando le persone e raccontando storie come quella di suo fratello e proprio per questo lui e Franco Vassia da settimane girano in tutt’Italia per presentare il libro» (da radio aut).

ABCinema alle 20:30 con la proiezione del film “I cento passi”.

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2° Festival di Antropologia

scritto da il 19 novembre 2009

Inizia domani il 2° Festival di Antropologia di Ivrea.

Programma, orari e ulteriori informazioni le trovate sul sito del comune.

2 Festival Antropologia Ivrea from Massimo Sozzi on Vimeo.

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Fondazione per lo Storico Carnevale

scritto da il 19 novembre 2009

Con quest’anno si cambia: addio al Consorzio per una Fondazione. Speriamo in bene!

Fondazione Storico Carnevale d’Ivrea from Massimo Sozzi on Vimeo.

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il treno del lunedì

scritto da il 7 settembre 2009

C’erano una volta viaggiatori misteriosi, personaggi senza terra ma con tante storie da raccontare, che passavano di paese in paese…

Oggi, invece, ci sono tanti misteri che accompagnano chi viaggia e tenta di arrivare da una città all’altra senza restare intrappolato sui binari.

Se doveste capitare alla stazione di Ivrea un lunedì mattino, intorno alle 6, quasi sicuramente potreste assistere alla rappresentazione di uno di questi misteri.

Siccome non vi è nulla di certo  a questo mondo, racconterò tutto con il “quasi”, ma un “quasi” leggero leggero…

Stavo dicendo, se capitate alla stazione di Ivrea alle ore 6 del lunedì mattina, “quasi” sempre troverete più viaggiatori che nel resto della settimana. Naturale, c’è chi parte a inizio settimana per tornare indietro solo al venerdì. E “quasi” sempre vedrete arrivare meno carrozze del solito.

Mistero. Le ferrovie, oramai solo in alta velocità, ancora non sanno che il lunedì ci sono più viaggiatori. Misteri italiani.

Servizio del Tg3 Regionale sui recenti Teva Extreme Outdoor Games svoltisi a Ivrea.

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prima che Carnevale finisca

scritto da il 24 febbraio 2009

Dopo 2 giorni di tiro la spalla destra comincia a farsi sentire dolorante. Ma poco importa, basteranno due lanci oggi alle 14 e non si sentirà più nulla!

E’ la battaglia delle arance e non potrebbe essere altrimenti. E’ lo Storico Carnevale di Ivrea e, finchè possiamo, godiamocelo.

Con oggi si chiude e domani si torna alla solita vita. Il tempo per tirarne le conclusioni sarebbe domani.

Ma lasciatemi fare un anticipo: piccole riflessioni a caldo, prima che lo scarlo abbruciato porti in alto ogni pensiero.

Parto su un terreno minato: la Mugnaia. La Mugnaia non si tocca. Però… Leggere in un’intervista: «Io e le mie amiche abbiamo dato vita al gruppo “Abusive forever??: mai iscritte ufficialmente, ma sempre con la squadra, a fare festa e a divertirci(…)» (Localport) ti lascia un po’ basito. La manifestazione sta assumendo dimensioni oceaniche e gli abusivi non aiutano certo a fare ordine. E poi l’abusivo è quello che, a guisa di sanguisuga, ne approfitta di una squadra e dei fondi degli aranceri senza nulla offrire. Forse questa vecchia appartenenza oggi si poteva omettere.

Le “giacche blu” del consorzio: oramai sono più diffuse che quelle di Torino 2006. Sarebbe però ora di fargli fare un corso di buone maniere. Non a tutte, ma ad un gran parte si! Non è una giacca blu e il fischietto in bocca che ti rendono protagonista. Cara “giacca blu” tu rappresenterai il consorzio ma il popolo è interessato al Carnevale e ai suoi Personaggi. Svolgi il tuo compito e non cercare, con malagrazia, una scena che non ti appartiene!

Le arance. Scacchi? Per anni abbiamo preso in giro gli Arduini che finivano presto le arance e quest’anno alle 16:15 non avevamo più 1 cassetta?! Un incidente di percorso che non deve mai più ripetersi!

E sempre a proposito di arance e aranceri: dite a Marco Neirotti de La Stampa che nessun arancere a piedi paga 250 euro. Capisco che voglia far stridere il contrasto tra la cassaintegrazione e i costi del Carnevale. Ma un buon giornalista dovrebbe informarsi meglio.

Le Bande in Piazza. Bella serata. Ogni anno più partecipata. Però non siamo più i pochi dei primi anni. Ieri sera c’era una folla in Piazza di Città che sembrava sabato sera! Allora sarebbe ora di cambiare formula. Perchè vedere il segretario del Consorzio delle “giacche blu” impazzire a fare il vigile, non è proprio un bello spettacolo!

Adesso però vado, perchè il Carnevale non è ancora finito.

Stasera poi ci saluteremo.

Arvedze a giobia ‘n bot.

Escono in libreria le memorie di Luigi Bettazzi, per tanti anni il “vescovo rosso” della “città delle rosse torri”.

Un libro da leggere anche solo per il titolo: In dialogo con i lontani. Memorie e riflessioni di un vescovo un po’ laico.

Lo leggerò. Per adesso riprendo alcuni passaggi dell’articolo di Giacomo Galeazzi su LaStampa.it:

Ora che non ha più incarichi in Cei e non presiede più «Pax Christi», l’ottantacinquenne «vescovo laico» racconta ciò che a lungo ha taciuto, come il ruolo nel caso Moro «stoppato» dalla Santa Sede. (…) il ministro vaticano degli Affari generali, il cardinale Giuseppe Caprio, impedì la trattativa. «Mi disse: “Non vede che stiamo andando in braccio al comunismo? Il Papa ha già fatto fin troppo a scrivere alle Brigate Rosse??. Paolo VI, infatti, aveva appena chiesto alle Br la liberazione “senza condizioni”, come gli avevano fatto aggiungere all’ultimo momento. Io replicai: “Ma c’è di mezzo la vita di un uomo??. La risposta mi agghiacciò perché era quella di Caifa in sinedrio nei confronti di Gesù: “Meglio che muoia un uomo solo, piuttosto che tutta la nazione perisca”(…).

Posizioni spesso controcorrente quelle del presule di Ivrea, definito da Karol Wojtyla, «vescovo conosciuto in tutto il mondo». «Riconosco che Dio mi ha dato un’intelligenza un po’ vivace, sollecitata a rivolgersi a sempre nuove conoscenze ed esperienze» ammette Bettazzi. E non risparmia strali alle gerarchie così grate a Mussolini per la Conciliazione da chiudere gli occhi di fronte alle aberrazioni della dittatura, alla Dc, ai teocon e teodem. «Era normale essere fascisti, negli ambienti ecclesiastici si deridevano gli eccessi del regime ma non si dimenticava che i Patti Lateranensi avevano offerto alla Chiesa privilegi e facilitazioni finanziarie», spiega Bettazzi. (…) Bettazzi riconosce che «la Chiesa a lungo ha avversato e scomunicato le democrazie», non così «l’anticristiana appartenenza a mafia, camorra, organizzazioni illegali e criminose». Fino al «controsenso della «scomunica automatica per i massoni», senza che accada lo stesso per «gli affiliati a clan in cui si sopprimono i nemici».

E nel pieno delle querelle bioetiche e della proliferazione di «sigle confessionali» (teocon, teodem, atei devoti), Bettazzi propone la laicità come antidoto all’integralismo religioso. «Nell’Italia di oggi la “questione cattolica”, che si riteneva risolta da un pezzo, riemerge con tutte le sue contraddizioni e ambiguità», osserva e scommette sui «cristiani anonimi». Sono «quelli che definiamo lontani ad essere veramente cristiani anche se rifiutano di dichiararlo» e la Chiesa «dovrebbe conoscere e valorizzare maggiormente i tanti che compiono ogni giorno il proprio dovere nel lavoro, nella vita privata, nella solidarietà». E che, senza proclami o toni da crociata, «sanno che a renderli pienamente umani è qualcosa di più sacro della vita fisica».

Da leggere per sentirsi ancora figli di una Chiesa che sa ancora esserci vicina anche attraverso i suoi “principi”.

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Festival di Antropologia a Ivrea

scritto da il 20 novembre 2008

Grazie al servizio di informazioni sms della Città di Ivrea, ho scoperto che da venerdì 21 a domenica 23 novembre (questo fine settimana), ci sarà il Festival di Antropologia presso la Sala Cupola della Serra di Ivrea.

Leggendo il programma su Localport: sabato gli interventi metteranno in evidenza come l’Identità, tema centrale della riflessione antropologica, sia oggetto di una profonda rielaborazione, alla luce delle acquisizione delle altre scienze sociali, delle neuroscienze e della filosofia.

Domenica si parlerà di Africa come area nella quale complessi ed articolati modelli culturali tradizionali si confrontano con la modernizzazione, dando luogo a sintesi sorprendenti.

Io mi segnato il pomeriggio di domenica che vedrà, tra gli altri, anche la partecipazione di Roberto Beneduce. Il suo esame di Antropologia era ENORME!!! Ma le sue lezioni era davvero molto interessanti!

Senza dimenticare la presenza, sabato, di Francesco Remotti, un maestro dell’Antropologia in Italia.

Il programma completo lo potete trovare sul sito del Comune o su Localport. Qui ve ne lascio un piccolo riassunto:

Venerdì 21.11.2008
h. 17.30, Sala Cupola della Serra
* Apertura del Festival: intervento dell’Assessore alla Cultura della Regione Piemonte e del Sindaco di Ivrea
* Prolusione di Marc Augé sul tema “ Il mestiere dell’Antropologo oggi e domani??

Sabato 22.11.2008
h. 17.00, Sala Cupola della Serra
* “ Le finzioni dell’identità e la ricerca antropologica??:
Francesco Remotti illustra come il concetto di identità venga inteso nell’antropologia contemporanea

h. 18.00, Sala ABC della Serra
* Tavola rotonda sul tema “Il concetto di identità in una prospettiva interdisciplinare??
Intervengono Jeanloup Amselle, Marco Aime, Edoardo Boncinelli, Francesco Remotti, Gianni Vattimo. Modera Marc Augé

h. 21.00, Sala Cupola della Serra
* Marc Augè presenta le proprie riflessioni sul tema “Culture, identità e integrazione??

Domenica 23.11.2008
h. 15.30, Sala Cupola della Serra
Proiezione dei film
* “ Les Maitres Fous “di Jean Rouch, 1955, durata 29’
* “ Kampala Babel “ di Cecilia Pennaccini, 2008, durata 54’

h. 17.00, Sala Cupola della Serra
* 17.00 – 18.30Roberto Beneduce e Cecilia Pennacini parlano del tema
* 18.30 – 19.00 Chiara Pussetti parla di “Koitadesa: emozioni, marginalità e ferite delle culture africane??

h. 19.00 – 20,30
Proiezione del film
* L’incubo di Darwin, di Hubert Sauper, 2008, durata 58’

h. 21.00, Sala Cupola della Serra
* Incontro di chiusura con Jeanloup Amsellesul tema “ Africa: Culture meticce??