AutoEco a Torino

scritto da il 19 marzo 2007

La notizia è già di qualche giorno fa, ma non mi sembra che abbia avuto grandi riscontri. Eppure l’iniziativa sembra buona e innovativa e, soprattutto, mai come quest’anno sembra essere cruciale il problema inquinamento. Un’intera domenica tutto il nord-Italia (quasi…) è stato costretto a non usare l’auto. Euro 3, euro 4, si sale sempre di più e chi rimane in basso non circola, anzi viene cordialmente invitato alla demolizione. Alternative si chiedono da più parti e chi le offre viene premiato con la libertà di circolazione.

E così Torino torna il Salone dell’Automobile, non quello tradizionale oramai perso dopo che venne affidato a un esperto venuto da fuori (attento Festival del Cinema venduto a Moretti…), ma AutoEco: un salone dedicato ai costruttori, ai centri di progettazione e realizzazione di sistemi di propulsione ecologica, ai produttori di carburanti alternativi ed ai centri per l’istallazione di kit di iniezione bi-fuel.

Se vi interessa segnatevi queste date: Torino, Oval del Lingotto, dal 7 al 9 settembre2007. Fonte: Repubblica.it

A me resta un dubbio: ma la Fiat è stata avvertita di ciò che sarebbe capitato? Spero di si e spero che sia in prima linea in questi progetti. Sarebbe bello vedere Torino reinventarsi un futuro sui resti del passato. Un passato che non deve tornare, perchè per fortuna la città e il territorio hanno capito di avere grandi risorse da sfruttare che non erano solo l’industria. Ma un po’ di lavoro per tutti non guasta mai…

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la Frutta al Museo!

scritto da il 13 febbraio 2007

Apre oggi, 13 febbraio 2007, a Torino il primo Museo della Frutta in Italia. Raccoglie una collezione di Francesco Garnier Valletti (Giaveno, 1808 – Torino 1889) che comprende mille e più esemplari tra pere, mele, pesche, susine, ciliegie, albicocche, uva… Comprende anche una biblioteca scientifica, un archivio, lavoratori chimici e una raccolta di strumentazione scientifica.Museo della Frutta “Francesco Garnier Valletti”
Via Pietro Giuria 15 – tel. 0116708195 – e-mail: info@museodellafrutta.it
Dal lunedì al sabato 10.00 – 18.00 (chiuso la domenica)
Ingresso singolo museo: € 3,00 (intero); € 1,50 (ridotto) – Ingresso due musei (Museo della Frutta e Museo di Anatomia): € 5,00 (intero); € 2,50 (ridotto) – Ingresso gratuito il mercoledì – Aderisce all’Abbonamento Musei Torino Piemonte – Accesso ai disabili con accompagnatore

Su Torino Sette della Stampa si puo’ leggere: “C’era una volta un’altra San Salvario. Colorata, ma non di etnìe diverse. Ricca di frutti, ma non quelli del mercato. Era la San Salvario di fine Ottocento, polo della ricerca e della sperimentazione agraria. Qui, già nel 1729, era nato l’Orto botanico; nel 1822 i Vivai Burdin; tra il 1871 e il 1926 le Serre municipali. E poi c’era l’Accademia di Agricoltura (1886) e la Stazione di Chimica Agraria (1895), che è il fulcro di questa piccola storia. Da quelle parti si aggirava un tipo da farci sopra una fiction. Si chiamava Francesco Garnier Valletti e nella vita, dopo essere stato confettiere a Giaveno, creava fiori in cera. Era così abile da essere invitato prima alla corte di Vienna e, in seguito, dallo zar, a San Pietroburgo. Il fatto è che, dopo i fiori, Garnier Valletti era arrivato alla frutta, e non è una battuta. Modellava come un forsennato straordinarie albicocche, mandarini succosi, ghiottissimi fichi; e mele, prugne, pesche, melograni; e pere, arance, fragole, susine. Poi, maniacalmente, ne annotava nome, qualità, stagione di produzione. Altro che biodiversità da Terzo Millennio: lui sì fu un vero pioniere. Così, nel 1927, la Stazione Chimica di Agraria decise di acquistare una collezione: 1021 frutti (e ortaggi) che, a non sapere esser fatti di cera, viene una gran voglia di addentare. Solo che, come accade sovente in queste storie, frutti e ortaggi caddero nel dimenticatoio; la Stazione Chimica divenne un luogo che nessuno conosceva più. Ora la polvere è stata tolta, le teche restaurate, i pomi restituiti in tutto il loro ghiotto splendore a un nuovo spazio museale. Si chiama Museo della Frutta, è intitolato a Francesco Garnier Valletti (…)”

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