il vero vincitore

scritto da il 21 aprile 2013

Avevo fatto due errori di previsione: la Lega non è stato un serbatoio utile di voti perchè , nel frattempo, si è rivelata uguale agli altri partiti. E, grazie a questo, il nuovo presidente della repubblica non si chiama Berlusconi.

Per il resto, purtroppo, ci ho preso: Monti ha creato lacrime e sangue, Silvio e la Lega si sono nuovamente accoppiati.

E ieri, si è consumato l’ultimo atto: la vittoria di Berlusconi.

Il Movimento 5 Stelle si è dimostrato incapace di fare politica (tra l’altro: in Piemonte anche il loro consigliere regionale, l’asceta Davide Bono, è finito sotto inchiesta, e subito imparato la differenza, peraltro corretta, tra indagato e rinviato a giudizio!).

Il PD ha mostrato i limiti di un partito che si dice di sinistra e intanto si mette a 90 davanti a Marchionne. I limiti di un partito di sinistra in cui sei riformista e moderno se accetti di far inculare gli operai. E se lo dici, in tanti ti seguono.

Berlusconi avrebbe perso se i due sopra si fossero parlati e avessero trovato un accordo: Rodotà, Prodi, Bonino…nessuno perfetto, ma siamo in Italia non nel paradiso terrestre. In commissione si sarebbe finalmente potuto votare contro la sua elezione, illegale da sempre ma sempre difeso da D’Alema.

Invece no, è tornato Napolitano: storico leader del PCI, del partito COMUNISTA!!!! italiano, invocato e votato dal Popolo della Libertà, dal partito di Monti, dalla Lega, da tutti questi esponenti di destra, votati da gente che ancora crede che i comunisti mangino i bambini.

Mi spiace, ma io non sono contento. Napolitano ha voluto, approvato e mai contrastato la macelleria sociale di Monti. Vive isolato in cima a un colle e non conosce più la realtà.

Si è capito che eravamo in mani di incapaci al secondo scrutinio, quando al nome di Rocco Siffredi è scattato un fragoso applauso, sicuramente bi, tri, quadripartisan. Ecco in che mani siamo.

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povero Silvio

scritto da il 7 maggio 2012

Il grande amico Sarkozy lo rinnega.

Il Milan, di cui è tornato presidente, perde lo scudetto.

Il partito di cui è padrone sembra perdere alla grande.

Per consolarsi deve andare alla Festa dell’Unità del comunista Putin!

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meglio attori che…

scritto da il 5 dicembre 2011

Sta per pronunciare la parola sacrifici ma tutte le lettere dopo le prime due le muoiono in gola e Elsa Fornero scoppia in lacrime (laStampa). Le lacrime (…) non sono piaciute all’ex ministro dell’interno, Roberto Maroni. Ai microfoni di radio padania libera l’ex ministro leghista ha detto: “E’ stata una scena patetica, più da attori di hollywood che da ministri” (Repubblica).

Può darsi, è possibile che sia stata una scena da attori. Non possiamo dirlo con sicurezza.

Ma è certo, è sicuro, è innegabile che è preferibile essere un attore di Hollywood piuttosto che una mezza attricetta italiana.

Una di quelle che Maroni conosce bene: quelle che fino a ieri l’ex ministro ha avuto come colleghe. Che il suo partito ha sostenuto. Che ci hanno portato in rovina.

Ma, come si chiedeva oggi mia moglie: la Gelmini avrà capito che cosa stavano dicendo ieri sera?

L’unica scena patetica continuano ad essere gli anni del governo Berlusconi-Bossi.

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Perchè state festeggiando? Perchè Berlusconi si è dimesso e quindi non lo vedremo più?

Si è dimesso. Ma ha subito precisato, con un comunicato video degno del regime, che non ha nessuna intenzione di mollare. A proposito del video: considerato che si è dimesso, chi lo ha autorizzato ad usare ancora il logo della Presidenza del Consiglio?

Siete contenti perchè il presidente incaricato si chiama Monti? Beata ingenuità…

Berlusconi si è dimesso senza essere mai stato sfiduciato, come ha sottolineato nel video di cui sopra. Berlusconi quindi lascia da vincitore.

Adesso il suo partito appoggerà il governo Monti, che in cambio gli garantirà l’immunità.

Fino a quando? Non importa, anche fino al termine della legislatura.

Il governo Monti farà manovre lacrime e sangue. Ma che piaceranno tanto alla destra: basti pensare che tra i candidati al ministero del lavoro c’era la Marcegaglia. Così, finalmente, sarà rispettata la volontà degli elettori di destra, che è dal 2008 che stanno aspettando.

Il governo Monti dovrà fare manovre lacrime e sangue perchè Berlusconi e la Lega ci hanno fatto affondare in un mare di mer…escrementi. Ma quando andremo a votare, nessuno si ricorderà di chi è stata la colpa.

Invece, avremo presente che sia Pd che PdL si saranno sporcati le mani con il sostegno a Monti.

Ma Berlusconi e la Lega torneranno insieme. E la Lega, dicendo che lei si è opposta alla macelleria sociale (è per questo che oggi va all’opposizione), porterà a Berlusconi i voti necessari per vincere.

Vinceranno.

E il prossimo parlamento voterà per il Presidente della Repubblica, che sarà…provate a immaginare…

State festeggiando? Sarebbe meglio cominciare a piangere.

Silvio Berlusconi, nella conferenza stampa seguita al vertice italo-francese a Villa Madama, puntualizza così il senso della “moratoria nucleare” del governo: «Siamo assolutamente convinti che l’energia nucleare sia il futuro per tutto il mondo (…) La gente era contraria, fare il referendum adesso avrebbe significato eliminare per sempre la scelta del nucleare (…) L’accadimento giapponese ha spaventato ulteriormente i nostri cittadini. Se fossimo andati oggi al referendum, non avremmo avuto il nucleare in Italia per tanti anni. Per questo abbiamo deciso di adottare la moratoria, per chiarire la situazione giapponese e tornare tra due anni a un’opinione pubblica conscia della necessità nucleare» (laRepubblica.it).

L’inganno è svelato, la truffa è stata ammessa: gli italiani sono i sudditi e il sovrano decide per loro. Ma la monarchia non era stata abolita?

E la dittatura non era stata spazzata via?

E’ tornata, perchè ci siamo abituati ai diritti, ci siamo addormentati e ci lasciamo quotidianamente fregare un pezzetto di vita.

Berlusconi ammette di trattarci come popolo bue: terribile. Ma quello che davvero spaventa è l’ignavia che ne segue.

Oggi andremo ognuno per la nostra strada, come se nulla fosse stato detto. Chi avrebbe la possibilità di organizzare una resistenza, i partiti dell’opposizione, l’ultimo vero sindacato rimasto, il popolo viola, diranno qualche parola di circostanza e basta.

L’Italia è nelle mani di un dittatore. L’Italia dovrebbe fermarsi e cacciarlo. L’Italia non fa niente…

Io ho paura.

 

“Sono addolorato per Gheddafi e mi dispiace. Quello che accade in Libia mi colpisce personalmente” (da Rainews24).

Parole di Berlusconi a Torino, ieri 21 marzo 2011. Solidarietà tra dittatori.

Inutile contestarlo, chi ieri lo ha fatto è stato picchiato.

Adesso ci aspettiamo una riabilitazione di Hitler…

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la Libia, l’Italia e le armi

scritto da il 24 febbraio 2011

Gheddafi ha accusato l’Italia di aver fornito armi a chi protesta contro il suo regime dittatoriale.

Ha sbagliato, ma non di molto.

L’Italia ha fornito armi. Ma a lui. Ecco perchè era meglio non disturbarlo per telefono…

«Nel 2009 le esportazioni belliche italiane in Libia hanno raggiunto i 112 milioni di euro.

Nel biennio 2008-2009 il nostro paese ha autorizzato le proprie aziende di produzione, con la Finmeccanica in testa, a inviare armamenti (bombe, siluri, missili, apparecchiature per la direzione del tiro) del valore di altri 205 milioni, un terzo di tutte le concessioni rilasciate dall’Unione europea.

Nel 2008 sono stati venduti otto elicotteri A109 e nel 2009 due elicotteri AW139. E’ stata realizzata pure una parte consistente dell’ammodernamento della flotta di aeromobili CH47.

Una delle aziende controllate di Finmeccanica, la Selex, ha stipulato un contratto del valore di 300 milioni per la creazione di un apparato di sicurezza sul confine del deserto.

La Libyan Investment Authority è la seconda azionista di Finmeccanica» (da iriospark).

inutile Wikileaks

scritto da il 18 febbraio 2011

L’Espresso ha cominciato a pubblicare i nuovi cable, o cablogrammi, che gli ha passato Wikileaks.

Su Berlusconi: «Le sue frequenti gaffe e la povera scelta di parole hanno offeso praticamente tutte le categorie di cittadini italiani e molti leader europei… Ha danneggiato l’immagine del Paese in Europa e creato un tono comico alla reputazione italiana in molti settori del governo statunitense (…) è diventato il simbolo dell’incapacità e inefficacia dei governi italiani nell’affrontare i problemi cronici del Paese: un sistema economico non competitivo, la decadenza delle infrastrutture, il debito crescente, la corruzione endemica».

E sull’opposizione: «il Pd è disorganizzato».

Mi chiedo: ci sarà un giorno in cui Wikileaks ci rivelerà davvero qualcosa che non sappiamo già?

ps: il livello più alto di menzogna lo raggiunge il Giornale: «Leggendo gli articoli apparsi sul settimanale e sul quotidiano, infatti, sembrerebbe proprio che gli americani stronchino il Cavaliere. La verità è diversa»…proprio diversa: gli fanno un sacco e una sporta di complimenti! Ridicoli.

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ti sputtanerò

scritto da il 16 febbraio 2011

«Un omaggio alle grandi coppie che hanno fatto la storia della comicità»

«Ti sputtanerò con certi filmini che darò alla Boccassini dove ci sei tu e le mostrerò donne sopra i cubi e ci metto pure Ruby e ti fotterò»

«Ti sto sputtanando in questura porto anche la Santanchè le ragazze stanno dalla parte mia e so che mi sostengono e se l’affitto in via Olgettina è intestato a me».

«E se tu intercetti la Nicol Minetti c’è Ghedini che intercetta te».

«Ti sputtanerò non mi butti giù si ma il sei aprile in aula ci vai solo tu».

Sono aperte le scommesse: stasera chi telefona a San Remo: Masi o direttamente Berlusconi?

Ma…i fischi finali?!

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coca cola e karaoke

scritto da il 26 gennaio 2011

Secondo le indagini della difesa di Berlusconi, le serate di Arcore erano a base di coca cola e karaoke.

Sorvoliamo sul fatto che, se venissi invitato a casa di un vecchio miliardario egocentrico, pretenderei di trovare almeno un po’ di champagne. Possiamo però immaginare la prossima mossa della divisa: sostenere che durante le serate il momento più importante era la recita della corona del rosario. Amen.

Oggi la Consulta dovrebbe emettere la sentenza sul legittimo impedimento. Ovvero dirci se è costituzionale, o meno, la legge che permette al premier di schivare per diciotto mesi i suoi processi.

Come scrive Diego, la carta costituzionale parla chiaro e ciò a cui stiamo assistendo è solo un incasinamento delle questioni più ovvie.

Ma non date la colpa al diretto interessato: come ha più volte ribadito, non è stato lui a volere tutto ciò.

Da interpretare: se quindi la Consulta dovesse emettere la sentenza “sbagliata”, lui è comunque autorizzato, da se stesso, ad andare avanti.

Fino al referendum, che dovrebbe svolgersi in primavera, per abrogare la legge stessa. Chissà se almeno in quella occasione, gli italiani sapranno recuperare un po’ di buon senso? Speriamo…

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guerriglia romana

scritto da il 15 dicembre 2010

barricate a Roma dopo la fiducia a Berlusconi

Alla fine anche questa volta ce l’ha fatta: tre voti e avanti con la fiducia.

Ma mentre alla camera si votava, ci si fischiava, qualcuno faceva anche finta di menarsi, fuori la violenza era reale: «Guerriglia urbana in pieno centro a Roma. Dopo la fiducia alla Camera è esplosa la violenza di “black block” e militanti dei centri sociali che in mattinata si erano aggregati ai cortei studenteschi. Per la capitale è stata una giornata da incubo con barricate nelle vie del centro, auto date alle fiamme e cielo oscurato dal fumo nero».

Eppure, a vedere le immagini dall’interno del palazzo, nessuno sembrava preoccuparsene. Le notizie alla corte non sono arrivate? Gli insorti alle porte della Bastiglia e i nobili tranquilli a mangiare le brioche che Maria Antonietta voleva dare ai poveri?

Strano…

Scrive Mario Calabresi: «La politica chiusa nel Palazzo consuma la resa dei conti che aspetta da mesi: grida, si insulta, si conta e poi festeggia. Fuori la città brucia. Le porte del Palazzo vengono sprangate, a separare due mondi che sembrano vivere in galassie lontane anni luce.

Le colonne di fumo, le esplosioni, il clangore degli scontri, i sampietrini che volano, i caschi, le mazze, ci parlano naturalmente del passato, ci fanno pensare agli Anni Settanta, ma non è lì che dobbiamo andare per capire. Meglio guardare a Londra, ai ragazzi che assaltano le banche, che colpiscono l’auto di Carlo e Camilla, alla Grecia dei fuochi in piazza, a tutti i giovani fuori controllo che non hanno più nessun rapporto con i partiti e le loro mediazioni ma puntano allo sfascio, convinti di avere il diritto di sfogare in piazza la rabbia per una vita che si preannuncia precaria.

Le immagini di Roma fanno spavento e raccontano in modo esemplare la distanza tra una politica rinchiusa in se stessa, nei suoi riti più deteriori, e un Paese che sbanda, si incattivisce e non ha più né sogni né una direzione. I ragazzi che giocano alla guerra col casco, la benzina, il passamontagna e i bastoni non rappresentano certo gli italiani, ma la politica dovrebbe saper guardare oltre quei fuochi per vedere una maggioranza silenziosa e sfinita che non è più nemmeno capace di illudersi.

Invece la politica si blinda, si preoccupa di costruirsi una «zona rossa» per stare al sicuro, per lasciare fuori non solo i facinorosi ma tutti gli italiani, e poi dentro litiga, sbraita, eccita gli animi e non sembra in grado di produrre alcuna soluzione».

Scrivo io: e se gli scontri fossero stati organizzati e coordinati? Fino all’ultimo si è fatta la conta dei voti: il governo si è salvato per tre voti, ma per tre voti avrebbe potuto cadere. Allora meglio organizzare un po’ di caos fuori. Così, se per caso i tre voti andavano dall’altra parte, si era autorizzati a decretare lo stato d’assedio. Si faceva intervenire la polizia, sempre fedele a chi governa. Magari gli si affiancava l’esercito. E, per sicurezza, si estendevano i provvedimenti al resto d’Italia.

Naturalmente giustificati dalle necessità di ordine pubblico. E poi…

Condivido l’opinione di Mario Calabresi: è una persona seria che, purtroppo, sa di cosa parla. Io affianco solo un’ipotesi senza fondamento.

(immagini e citazioni da laStampa.it)

cade o non cade?

scritto da il 14 dicembre 2010

Oggi cadrà il governo? Oppure no?

Sorvoliamo sui ridicoli richiami al senso di responsabilità lanciati da Berlusconi e i suoi: se chi siede in parlamento avesse un minimo senso di responsabilità, lui sarebbe già a casa da un po’…se non direttamente a San Vittore.

Cadrà? Forse alla camera, ma non al senato, dove Fli (il partito di Fini), vigliaccamente sembra volersi astenere.

O forse, alla fine, qualcuno all’interno dello stesso Pdl, o della Lega, voterà in modo non allineato. E così cadrà.

Ammesso che cada, sapranno cambiare la legge elettorale e, cosa di cui nessuno parla più, varare finalmente la legge sul conflitto di interessi?

Se cadrà o meno, lo scopriremo tra qualche ora.

Sul cambiare le cose, sappiamo già da ora la risposta: NO.

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Vi ricordate lo sbarco del padrone di Arcore su Facebook di qualche settimana addietro?

No. Poco male: non era niente di interessante.

Anche perchè da quelle parti, di Internet (e non solo di Internet) ne capiscono veramente poco…anzi, direi proprio nulla!

E così possiamo sentire Google diventare “gogol”: lallazioni da bambini, beatamente ignoranti ed etero centrati.

Volete sentire? Vi dobbiamo avvertire che il tono di voce è da voltastomaco: laStampa.it (oppure da qui)..

Suvvia, può capitare a tutti di sbagliare. Non si tratta invece di un errore la “Bozza definitiva” di “Codice di autodisciplina a tutela della dignità della persona sulla rete Internet” presentata lo scorso 12 maggio dal Ministro degli Interni Maroni ed dal Viceministro alle Comunicazioni Romani agli operatori Internet.

Scrivono Paolo De Andreis e poi Guido Scorza:

«Non si possono spezzare le reni alla libertà di espressione affrontandola frontalmente come fosse una spedizione militare, la debacle è pressoché sicura. Tocca circumnavigare con pazienza il suo nocciolo, saltellare tra casi di cronaca, presunta sacralità della privacy e discutibili decisioni della magistratura per definirne un perimetro che appaia ragionevole. Da qui la decisione di Maroni di presentare, come già i Governi nostrani han provato a fare altre tre volte in cinque anni, un codice di auto-regolamentazione dei servizi Internet. Con una novità: questa volta si invita chiunque operi su Internet a cancellare tutto quello che ritenga ledere “la dignità umana”, locuzione che nella migliore tradizione dell’ambiguità giuridica italiana non ha alcun significato. Il tutto sulla sola base di una “opportuna segnalazione” e non di un provvedimento della magistratura».

«Si tratta della prosecuzione dell’iniziativa già lanciata, nel dicembre dello scorso anno, dal Ministro Maroni, a seguito dei fatti di Piazza del Duomo a Milano:(…) c’è da chiedersi quale sia il senso di dettare regole speciali per la “Rete italiana”, mentre il resto d’Europa e del mondo prosegue sulla sua strada. (…) non si può non rilevare che è una curiosa forma di “autoregolamentazione” quella che sta andando in scena nel nostro Paese: due Ministri della Repubblica predispongono una “bozza definitiva” di codice e la “propongono” agli operatori, auspicandone una rapida – un mese al massimo – adozione. A mia memoria è la prima volta che l’autoregolamentazione di un settore vede la luce da una penna di Palazzo Chigi!».

Così ci viene il dubbio che “gogol” non sia stato uno sbaglio, ma una scelta precisa: il Governo, nella persona del suo padrone, di Internet non ne capisce nulla, dormite perciò sonni tranquilli…illusi!

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Il rogo di Gomorra

scritto da il 17 aprile 2010

di Massimo Gramellini

Sono d’accordo con l’Amato Premier. La mafia italiana è appena la sesta nel mondo (il prossimo anno non parteciperà neanche alla Champions), la sua fama è tutta colpa di «Gomorra». Che in realtà parla di camorra ed è pubblicato dalla casa editrice dell’Amato. Ma sono quisquilie. Piuttosto: perché fermarsi a Saviano, dico io. Si chiami il ministro fuochista Calderoli e gli si commissioni un bel falò per buttarci dentro altri libri disfattisti. Comincerei dai «Promessi sposi»: tutti quei bravacci e signorotti arroganti, che agli stranieri suggeriscono l’immagine fasulla di un Paese senza regole, dove la prepotenza e la furbizia prevalgono sul diritto. E «Il fu Mattia Pascal»? Vogliamo continuare a diffondere la favola negativa dell’uomo che cerca un legittimo impedimento per potersi fare i fatti suoi? Nel fuoco, insieme con «La coscienza di Zeno», un inetto che non riesce nemmeno a liberarsi del vizio del fumo, quanto di più diseducativo per una gioventù che ha bisogno di modelli positivi come il vincitore di «Amici».

Porrei quindi rimedio alla leggerezza sconsiderata del «Gattopardo». «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi». Hai trovato la formula segreta del potere e la spiattelli in giro così? In America nessun romanzo ha mai raccontato la ricetta della Coca-Cola. Nel fuoco anche Tomasi di Lampedusa: con quel cognome da nobile sarà di sicuro comunista. E poi «Il nome della rosa». Morti e sesso torbido in un monastero. Di questi tempi! Il nome della Rosa è Pantera. Il resto al rogo. Su con quelle fiamme e linea alla pubblicità.

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