la Rai al servizio della camorra

scritto da il 13 febbraio 2012

Causa il grosso problema della neve invernale, una notizia come quella che segue non ha sicuramente spazio. Ma anche in assenza totale di neve, questa notizia non avrebbe trovato spazio: perchè la Rai dovrebbe smetterla di chiamare canone quello che in realtà è un pizzo…

«Lo scrittore Roberto Saviano ha pubblicato oggi sul proprio profilo Facebook un’altra storia scivolata in silenzio. La storia di Gaetano McKay Marino, boss degli Scissionisti, in platea in un programma Rai mentre sua figlia canta un brano a lui dedicato. Tutto ammantato da una commozione televisiva, imposta.

“Questa è una storia passata inosservata”, scrive Roberto Saviano. “Strana, dura pochi minuti. Ma minuti televisivi. Arriva in milioni di case nei giorni che si preparano al Capodanno. Ma il racconto di questi minuti televisivi non avrebbe senso se non si conoscesse la storia di Gaetano McKay Marino”, scrive Saviano. Che continua: “Gaetano Marino è ai vertici degli Scissionisti, detti anche Spagnoli, usciti vincitori della guerra interna al cartello dei Di Lauro. (…) Gaetano fu scovato nel dicembre 2004 in un albergo di lusso della costiera sorrentina, si nascondeva lì per sfuggire alla vendetta dei killer rivali che lo cercavano, ed era sempre accompagnato dal suo maggiordomo che aveva il compito di accudirlo. Gaetano Marino (…) perse entrambe le mani per lo scoppio di un ordigno. Guerra di camorra con i Ruocco, anni ’90, si voleva fargli saltare la villa e una bomba gli esplose in mano. (…) Altri dicono che perse le mani perché stava lanciando una bomba a mano esplosa prima del tempo. Gaetano Marino è stato per la camorra una sorta di ambasciatore dei sodalizi di Secondigliano con la mafia albanese, come dimostrato dall’inchiesta del Gico di bari dell’ottobre 2010”.

“Il 29 dicembre del 2010 una bambina presentata come Mary Marino – piccola, di dodici anni – viene invitata a chiudere la trasmissione di capodanno ‘Canzoni e Sfide’ condotta da Lorena Bianchetti e trasmessa da Raidue. La presentatrice annuncia l’ospite: ‘Vogliamo a questo punto proporvi un’esibizione veramente intensa. Lei è una bambina, ma ha voluto scrivere e dedicare una lettera al suo papà, davvero molto toccante’. La bambina, ovviamente incolpevole, viene invitata a cantare un brano che è un inno a suo padre, Gaetano Marino. ‘Tu sei il padre più bello del mondo che non cambierei’.

E’ Saviano a porsi le domande e scrive “Naturalmente a stupire non è che una bambina ami suo padre e voglia dedicargli una canzone. Non stupisce nemmeno che la figlia e nipote dell’aristocrazia del narcotraffico italiano, vada in televisione – in Rai – a cantare una canzone per suo padre. Per una figlia, per una bambina, un padre anche quando camorrista è soltanto un padre. Su tutto questo, si potrebbe sorvolare e superare l’imbarazzo. Ma alla fine dell’esibizione Lorena Bianchetti le si avvicina e le dice: ‘È bellissimo questo brano’ poi continua, ‘Ti va di fare una sorpresa a papà? Ti va di dargli un bacino? Dov’è… signor papà, c’è Mary che vorrebbe darle un bacino’. E lì, in prima fila, ecco Gaetano Marino (ripreso senza inquadrare le mani di legno) che dà un bacio a sua figlia. Incredibile. Mi domando, perché questo omaggio? Perché il Politeama di Catanzaro ha tenuto Gaetano Marino come ospite d’onore in prima fila. Perché la RAI ha messo in scena questa celebrazione? Il mondo degli appalti che riguardano lo spettacolo è da sempre infiltrato. Catering, palchi, concerti, teatri. Maurizio Prestieri, boss del Rione Monterosa e ora collaboratore di giustizia, conosce sin nel dettaglio questi meccanismi. Prima o poi si riuscirà a svelare i legami tra mafie, televisioni, musica e spettacolo”» (da Repubblica.it del 10/02/2012).

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Le mafie nel pallone

scritto da il 26 ottobre 2010

Credete davvero che il calcio sia lo sport più bello del mondo?

Forse dovreste cominciare a svegliarvi…

«Riciclaggio di soldi mediante sponsorizzazioni, partite truccate, scommesse clandestine, presidenti prestanome, il grande affare del mondo ultrà, le “mani” sulle scuole calcio. Più di 30 clan direttamente coinvolti o contigui censiti nelle principali inchieste riguardanti le infiltrazioni mafiose ed i casi di corruzione nel mondo del calcio. E alla spartizione della torta il gotha della mafia, dai Lo Piccolo ai Casalesi, dai Mallardo ai Pelle, dai Misso alla cosca dei Pesce e Santapaola.

In libreria “Le mafie nel Pallone” il libro inchiesta del giornalista Daniele Poto edito da Ega, Edizioni Gruppo Abele con la prefazione di Gianni Mura e realizzato in collaborazione con Libera. Associazioni, Nomi e Numeri contro le mafie.

E’ il primo tentativo in letteratura di sistematizzare l’enorme influenza del sistema delle mafie nazionali ed internazionali nel grande e spesso equivoco affare che è il calcio.

Una fotografia inedita e aggiornata sull’esistente, una descrizione dell’intreccio calcio- mafie attraverso il racconto di casi particolari che coinvolgono l’intera penisola: dal Lazio alla Sicilia passando dalla Basilicata, Campania, Puglia e Calabria. “Una cosa è innegabile- scrive il giornalista Gianni Mura nella prefazione-dove c’è un pallone, uno stadio, una squadra di calcio ci sono soldi. Molti, moltissimi soldi. Ma il pallone è anche uno strumento di consenso e di potere. Basterebbe una sola di queste tre presenze per attirare le mafie, come il miele attira le mosche. Questo libro ha memoria perché racconta storie dimenticate ed ha coraggio perché fa nomi e cognomi”.

Il libro inchiesta di Daniele Poto fotografa un affare silenzioso ed invisibile che tranne rare e poche eccezioni non ha trovato spazio nei rapporti della “Direzione antimafia” degli ultimi tre anni, lungo centinaia di pagine di approfonditi report. E’ proprio questa “assenza” la miglior prova della necessità di accendere i riflettori sul mondo illecito del pallone.

Daniele Poto, giornalista sportivo dal 1973, ha lavorato nella redazione di Tuttosport e oggi collabora con Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie» (da La voce libera n° 67).

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