Mi riaggancio al post di ieri e posso esordire dicendo che è stata una fortuna che non abbia telefonato io. Così ieri sera abbiamo potuto gustarci il nostro bel fritto misto!

Non tutti gli antipasti erano aglio&cipolla-free (anch’io mi faccio sedurre dall’ital-inglisc!), ma sono stati gentili preparandoci la carne cruda senza aglio. Riflettendo sul locale e sulla serata ho pensato che è giusto così; anzi è una fortuna che dobbiamo apprezzare, ovvero la possibilità di uscire a cena, mangiare bene e spendere il giusto, ieri sera una ventina di euro per uscire davvero sazi. Sono locali che sembrano destinati a scomparire; troppo spesso dietro il nome trattoria si trovano dei ristoranti stellari. Non stellati e nemanco da sogno, ma con prezzi esageratamente alti! E dove, comunque, non sanno neanche ciò che ti servono.

In una vera trattoria posso anche perdonare che non sappiano che nella rubra c’è la cipolla. Anche perchè quando mi servono la lingua in salsa mi sanno comunque dire esattamente come l’hanno preparata. Un connubio tra sala e cucina che è difficile trovare in locali ben più blasonati, segno di una passione che anima chi conduce la trattoria.

Il fritto misto? Dimenticate i pranzi di matrimonio anni ’80, in cui dopo 125 portate, alle 17:30 di un torrido pomeriggio di luglio, arrivava un insieme riscaldato di olio, pangrattato, pastella e qualcos’altro! Il fritto misto dev’essere il re del pasto, come ieri sera: due antipastini e poi Lui! Caldo, fragrante, con la giusta alternanza dolce e salato, pangrattato e pastella. Ben fatto, buono, molto buono anche se un po’ meno del solito. Ma è un piccolo dettaglio di una sera di fine agosto che non ci impedirà di tornare ancora!

Dove? A Scarmagno (TO) al bar ristorante La Travà.

Commenti disabilitati su non c’è stato da ridere…e neanche da piangere!

sarà da ridere?

scritto da il 29 agosto 2007

Ieri abbiamo prenotato per stasera in un ristorante canavesano. Telefonando abbiamo, come al solito, avvertito che c’era una persona allergica ad aglio, cipolla & c.  La risposta: “Beh, al massimo non mangia i piatti che ce l’hanno”. EHHHHH?!!!

Non ho telefonato io, perchè in tal caso stasera non saremmo andati li. Invece ci andremo e quindi domani vi farò sapere…

Il primo panettone

scritto da il 28 agosto 2007

Non so a voi, ma io il primo panettone dell’anno è quello che mangio con più gusto! E ieri sera ci siamo sbaffati quello che vedete qui sotto (scusate la qualità ma ho usato il cellulare per la foto):

Qualcuno si starà chiedendo se avevo ancora le scorte dell’anno scorso! Ma non scherziamo! Era un’anteprima della produzione per il Natale 2007 che abbiamo ricevuto in regalo a San Bartolomeo al Mare. Si, perchè in questo paesino in riva al mar Ligure, il 25 agosto si è festeggiato il Natale Estivo 2007!

Una giornata dedicata a far festa con musica, esibizioni di Bike Trial, il mago, la slitta di Babbo Natale e…la neve!

E chi poteva esserci dietro a tutto ciò se non loro: Linda e Antonello con tutto lo staff del Negozietto del Gelato!

Per stavolta non parlerò del loro gelato e della spettacolari granite siciliane (grande Antonello!) ma gli farò un applauso perchè hanno regalato un bell’esempio di impegno di come rendere più bella la vacanza di chi frequenta San Bartolomeo al Mare. Spesso si sente parlare di partecipazione dei privati alla vita pubblica, nel loro “piccolo” Linda e Antonello hanno dato un grande esempio!

Grazie ancora per il panettone e la crema! E grazie per la serata!

Ps: se volete vedere qualche foto, potete trovare le mie qui, o direttamente sul sito del Negozietto. Buona visione!

Il 26 agosto del 2004, poco dopo le 23, Al Jazeera comunica di aver ricevuto un video con le immagini della barbara esecuzione di Enzo Baldoni, giornalista freelance sequestrato il 20 agosto in Iraq dalle Armate Islamiche, un’organizzazione fondamentalista musulmana legata ad Al-Qaeda.

Ad oggi il suo corpo non è ancora stato restituito alla famiglia.

Enzo Baldoni fu uno dei primi italiani a usare un blog (bloghdad.splinder.com), mentre le sue inchieste le possiamo ancora leggere sul sito della società di copywriter Le Balene che aveva fondato. Perchè come hanno scritto:

“Non c’è niente da fare: quando uno è ficcanaso, è ficcanaso. E’ insopprimibilmente curioso, gli interessano i lebbrosi, quelli che vivono nelle fogne, i guerriglieri. E poi non gli basta fare il pubblicitario, deve occuparsi anche di critica di fumetti, di traduzioni, di temi civili e perfino di robbe un sacco zen. Ma soprattutto di ficcare il naso dove i governi non vorrebbero: dal Chiapas alle fogne di Bucarest, dallo sterminio dei Karen birmani ai massacri di Timor Est, dal lebbrosario di Kalaupapa ai dissidenti cubani fino alle montagne della Colombia dove si annida il più potente esercito guerrigliero del mondo: le FARC”

il ritorno…

scritto da il 27 agosto 2007

Ebbene si, siamo tornati! Pochi giorni ma ricchi di notizie e di…libertà regalata dall’impossibilità di connettersi a Internette!

Ogni tanto bisogna staccare. E riassaggiare il gusto di dedicarsi ai bei libri di carta stampata, da leggere non esclusivamente per prepararsi ad un esame. Riassaggiare La Stampa, edizione di Torino, comprata in riva al mar Ligure. Letta sulla spiaggia prendendo appunti per i futuri post!

E di appunti ne avrei diversi, ma stamattina leggendo email e feed mi sono ricordato che ieri era un triste anniversario. Con  un giorno di ritardo, che spero da lassù mi venga perdonato, voglio ricordare Enzo Baldoni. Un giornalista che oggi si vuole dimenticare perchè per informare gli italiani si aspettano le rivelazioni di corona-principe-del-nulla (il tutto minuscolo è d’obbligo)!

ps: per la cronaca, ieri per noi era una giornata di festa perchè la nipotina compiva gli anni. Chissà se la coincidenza non fa piacere a Baldoni?!

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un po’ di pausa…

scritto da il 20 agosto 2007

Qui per qualche giorno si sospende. Ci sono degli amici che non vediamo l’ora di ritrovare!

Se volete sapere quando si ricomincia, iscrivetevi alla newsletter nel box qui a fianco. Appena scriverò un nuovo post riceverete un’email.

Buon tutto a tutti!

Schiavi Moderni online

scritto da il 20 agosto 2007

Pur non conoscendolo personalmente, non sono un grande estimatore di Beppe Grillo come persona. Soprattutto i suoi interventi spettacolari sono sempre, per me, semplicemente molto, troppo, tutto fumo e niente arrosto. Un modo per attirarsi simpatie e tanti proventi. Ciò però non mi impedisce di informarmi, spesso concordando, su ciò che pensa e racconta. In questi giorni, purtroppo di agosto quando la gente è poco attenta al contenuto degli avvenimenti più importanti, si è parlato tanto del suo libro che ha ricevuto anche i complimenti del Presidente Napolitano.

Ma oltre a parlare chiaramente di quella piaga che è il precariato, che è già un atto di coraggio, Beppe Grillo permette anche di scaricare in forma assolutamente gratuita il libro. Basta andare alla pagina http://grillorama.beppegrillo.it/schiavimoderni/ e trovate, entrambe ben visibili, la possibilità di acquisto e quella di scaricamento della versione digitale. Grazie signor Grillo, davvero questo è un bel gesto! Io le auguro che la gente, dopo aver letto la versione online acquisti anche quella cartacea, perchè giustamente l’uomo non vive solo di applausi ma anche di pane.

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trattoria El fornel

scritto da il 19 agosto 2007

Era da qualche mese che volevamo andare a visitarla e ieri sera siamo finalmente arrivati in quel di Alice Superiore, in Valchiusella, alla trattoria El fornel.

Non siamo andati con macchine fotografiche e blocchetti degli appunti. Non lo facciamo mai e più passa il tempo e più mi convinco di una cosa: il momento del pasto dev’essere un piacere. Legato a ciò che mangi. E allora va benissimo poter ammirare la disposizione del cibo nel piatto, ancora meglio se puoi coglierne i profumi prima di mettere in bocca il cibo. Ma dev’essere un piacere anche legato al momento di convivialità, poter fare due parole, due risate, senza troppo dover ragionare. Perciò non aspettatevi una recensione alla vg o quant’altro. Stop.

Piuttosto parliamo di chi il locale lo manda avanti. Perchè ieri sera abbiamo messo a dura prova la loro professionalità: alla trattoria propongono piatti basati sui prodotti tipici della zona, che essendo di quasi montagna ha una vasta scelta legata ai latticini e ai formaggi; poi ci troviamo in Piemonte e quindi aglio e cipolla regnano sovrani.

Nella nostra compagnia di quattro persone di ieri sera, una è allergica ad aglio e cipolla, due non sopportano il formaggio! Conclusioni? Ieri mattina, prenotando, avevo accennato all’allergia e ieri sera c’erano pronti i ravioli con ricotta di capra e fiori di zucca apposta per noi. Mentre del formaggio non ne avevo parlato, ma gli sono bastati pochi minuti per capirlo e prepararci il risotto con le pere (buonissimo!) apposta per noi senza tometta. Eccezionali!!!

Alla fine della serata avevamo potuto tutti e quattro mangiare e saziarci. Si presentano come trattoria, ma un trattamento così professionale e al contempo gentile, credetemi, è difficile da trovare!

Qualche difetto? Forse ricaricare il prezzo del vino (parlo dell’Erbaluce in bottiglia che abbiamo scelto) raddoppiandolo è un po’ troppo. Forse si potrebbe pensare di inserire un Passito nella carta dei vini, da accompagnare al dolce. Forse…è meglio lasciare che continuino così, perchè si mangia bene e alla fine il prezzo è molto onesto.

Ci torneremo se ci vorranno ancora, altrimenti ci presenteremo sotto mentite spoglie. Anche se, una volta seduti a tavola, verremo irrimediabilmente scoperti!

Ps: c’è anche un sito: www.elfornel.it. E’ ancora in uno stato un po’ embrionale ma fateci un giro, potreste scoprire che la prossima settimana c’è in programma un tema culinario che vi puo’ interessare… Ah! Se vi interessa e non volete perdervelo, prenotate!

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il gelato di Grom

scritto da il 18 agosto 2007

L’altra sera eravamo a passeggio per Torino in compagnia di un caro amico nonchè esperto tour operator. Decidiamo, per riprenderci da una cena così così, di assaggiare il gelato di Grom sperando che la metà di agosto abbia ridotto la coda!

Siamo stati fortunati perchè la coda, che spesso si mischia con quella del Museo Egizio (esagerato?!), era ridotta a una decina di persone, ma abbiamo poi anche capito che la logistica della gelateria fa aspettare fuori per essere molto veloci dentro!

Prima però vi elenco le cose negative: stucchevoli le descrizioni dei gusti fuori dalla gelateria, odiose le vasche del gelato con la copertura all’antica che non permette di vedere il gusto che scegli e… basta! Perchè all’interno il personale è veloce e gentile, eccezionalmente bravi nel raccogliere il gelato e metterlo sul cono in modo che non cada da tutte le parti! Il gelato è molto buono e vale la pena fare la coda e spendere un po’ di più (ma non troppo per essere in centro a Torino) del solito.

Qualche giorno fa leggevo di una disputa tra Grom e Agrigelateria. Non ho abbastanza conoscenza per decidere chi ha ragione e chi ha torto, certo che qualche anno fa sarebbe stata una “lotta tra poveri”, oggi forse è una “lotta tra super-potenze”. Il gelato di Agrigelateria è quello del Santa Pè di Eataly che abbiamo provato un mesetto fa. Mi riprometto sempre di scrivere qualcosa sulla visita a Eataly, oggi mi limito a due parole sul servizio: Grom mi è parso più attento e professionale; al Santa Pè non volevano metterci tre gusti di frutta sul cono perchè poi sarebbero caduti, forse è meglio scriverlo prima e avvertire il cliente!

Basta, perchè un gelato è un gelato, chiede di essere fatto bene e non chiede troppe parole perchè poi si scioglie, chiede solo di essere gustato. Ancora meglio se in buona compagnia come l’altra sera!

Ps: se vi interessano i siti dei due produttori sono www.grom.it e www.agrigelateria.it

la crisi dei mutui

scritto da il 16 agosto 2007

Non sono un esperto di Borsa e ogni tanto dubito anche che esistano gli “esperti della Borsa”, mentre sono più propenso a credere che i veri esperti non si facciano mai sentire. Nella mia ignoranza, so che quando una Borsa chiude la giornata in negativo vuol dire che la maggior parte delle persone che hanno comprato/venduto azioni in quella seduta hanno perso una certa quantità di denaro.

So anche, sempre nella mia ignoranza, che questa è la regola delle Borse: su e giù, sperando di fare le mosse giuste nel momento migliore. Il salire e scendere della Borsa dipendono da tanti fattori, qualcuno strettamente legato alle società quotate, qualcuno più legato alla politica e agli avvenimenti dell’umanità. Perdere del denaro è il rischio da mettere sempre in conto quando si inizia a “giocare in Borsa”.

Quello che però non sopporto è vedere in questi giorni le chiusure in continuo segno negativo perchè in America c’è una crisi. C’è una crisi perchè l’America, da sempre terra delle libertà e delle grandi possibilità, ha deciso di aprire mutui a chiunque senza chiedere garanzie. Provi in Italia un lavoratore a progetto a chiedere un mutuo!

In America li hanno dati a tutti. Salvo accorgersi in seguito che i soldi non rientravano e quindi: crisi! E a chi tocca pagare? Al lavoratore a progetto italiano che ha, magari su suggerimento dell’impiegato bancario “che sapeva”, investito quattro soldi in borsa.

Qualcuno diceva: “la mia libertà finisce dove inizia la tua”. Sarebbe ora che l’America lo imparasse.

Ps: continuano a dettare legge in tutto il globo, ma all’interno hanno problemi notevoli; oggi si scopre che l’aspettativa di vita media di un americano è in continua discesa. Tra i fattori, come riportato da (Re)Think America, possiamo trovare

– Il sistema di assistenza sanitaria privatizzato che non e’  accessibili a tutti.

Il tasso di obesita’, tra i piu’ alti al mondo.

Le disparita’ razziali: un americano nero puo aspettarsi di vivere 5 volte meno di un bianco. Un nero maschio, statisticamente parlando, morira’ prima di un abitante del Nicaragua.

– Un tasso di mortalita’ infantile piuttosto alto, superiore addirittura a quello di Cuba e Taiwan.

Segnaliamo a quei nostri politici che inseguono il “sogno americano” come fosse l’Eldorado!

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Dal vangelo secondo Luca (1, 39-56)
(…) Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato a mani vuote i ricchi.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri,
ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre».

Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

Maria compare per l’ultima volta nel Nuovo Testamento, nel primo capitolo degli Atti degli Apostoli: sta pregando, nel cenacolo, in attesa della discesa dello Spirito Santo, alla vigilia di Pentecoste. Il racconto della “dormizione�? di Maria si trova dunque solo nel Protovangelo di Giacomo e nella Narrazione di san Giovanni il teologo.

Inizialmente questa festa veniva celebrata solo in Oriente, dove era stata introdotta nel VII secolo con un decreto dell´imperatore Maurizio. Nello stesso secolo la festa venne introdotta anche a Roma, da un papa di origini orientali, Sergio I, mentre il termine “assunzione�? risale al secolo successivo.

Fu Pio XII a pronunciare il dogma dell’Assunzione nel 1950, ammettendo che Maria non dovette attendere, come tutte le altre creature, la fine dei tempi per risorgere. In tal modo si è voluto sottolineare il carattere unico della santificazione personale di Maria, la cui anima non è mai stata oscurata, neppure per un attimo, dal peccato (tratto da www.santantonio.org).

Buon Ferragosto a tutti!

riflessioni pedalando…

scritto da il 14 agosto 2007

Se ripenso ai miei sedici-diciassette anni e a come mi muovevo, l’immagine è chiara: manubrio ricurvo, colore celeste, adesivo “Cicli Motocicli Accessori Grosso”, marchio Bianchi… Poi una lunga pausa quasi decennale, interrotta solamente da un paio di pedalate. Dopo un paio di anni di riposo ancora, la mia gloriosa bicicletta Bianchi da corsa ha ripreso, da un paio di giorni, a macinare chilometri.

Si pedala con calma, per riabituare le ginocchia a movimenti dimenticati, guardandoti attorno da un’angolatura solitamente sconosciuta e che ti offre panorami, scorci, colpi d’occhio eccezionali. E ancora passando tra le campagne si incontrano persone, assolutamente sconosciute, che si fermano ti guardano, aspettano e poi, quasi in sintoni, scatta il saluto. E via…

Forse i ricordi sono sempre più dolci del presente, però qualcosa manca: se ripenso a quindici anni fa, ricordo un continuo saluto tra i ciclisti. Un po’ come ancora si fa, andando in moto, con le dita a V. Un po’ come, camminando sui sentieri,  si saluta quando si incrociano altri escursionisti. Eravamo tutti sulla strada ma essendo, ieri come oggi, più vulnerabili c’era un’intesa, un’affinità che si materializzava in quel saluto.

In questi giorni abbiamo incontrato diversi ciclisti, ma i saluti sono stati ben pochi. Forse è il caldo di agosto che rende più solitari, forse è una forma di riservatezza e rispetto della privacy che oggi fa tanto trendy. Spero, piuttosto, che sia solo un caso statistico e che il saluto tra ciclisti non sia una bella abitudine andata perduta.

A me sto uomo sta veramente simpatico; sinceramente la scorsa settimana ho anche temuto un po’ per la sua salute e per la sua incolumità. Vederlo là, in mezzo a quelli squali incravattati dei petrolieri, mi ha fatto pensare al peggio.Perchè il Pierluigi Bersani è l’unico che si sta veramente dando da fare nel governo. Ha iniziato subito (ricordate i taxisti?) e non ha ancora smesso. E spero che non smetta!

Però caro Ministro mi rivolgo direttamente a Lei, anche se mai mi leggerà, perchè una cosa devo dirgliela: apprezzo infinitamente che Lei si sia preoccupato dei rincari della benzina proprio quando gli italiani partivano per le ferie e i petrolieri, come sempre, alzavano i prezzi (anomalo caso di: aumento della domanda = aumento del prezzo). Apprezzo che Lei abbia sacrificato un po’ dei suoi giorni di agosto per trattare con chi, da anni e sempre vittoriosamente, impedisce lo sviluppo di tecnologie alternative. Lo apprezzo ancora di più perchè è stato lasciato solo nella lotta, mentre i suoi colleghi correvano a rifugiars…pardon! A riposarsi in lidi più tranquilli.

Però, chiedendo la riduzione di 1 centesimo e dicendo chiaro che questo comportava un mancato introito di 463 milioni di euro per le compagnie petrolifere, ha fatto un po’ la figura dello sprovveduto Don Chisciotte! Io faccio circa 30mila chilometri l’anno (non proprio pochissimi) che si traducono in, circa, tre pieni da 50 euro al mese. Un centesimo in meno mi porterebbe a risparmiare 50 centesimi al pieno e di conseguenza, circa, 18 euro all’anno.

Io la vedevo trattare e soffrire per me. Io potrei risparmiare 18 euro, ma quelli che ne perdono 463 milioni penso che sarebbero abbastanza incavolati neri. Il rischio è che vengano a richiedermeli con gli interessi!

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Qualche giorno fa è entrato in vigore un decreto legge del consiglio dei ministri sulla sicurezza stradale che, fondamentalmente, inasprisce semplicemente le sanzioni. Non c’è la minima traccia di prevenzione! Si potrebbe giustificare pensando che è stato un atto di emergenza per l’esodo estivo. Peccato che già a settembre dello scorso anno si poteva immaginare che a luglio-agosto la gente si sarebbe mossa sulle strade per andare in vacanza!

Non soffermiamoci poi troppo sul testo perchè, come ci faceva notare una persona addentro alla situazione ieri sera, le pene detentive al di sotto dei due anni, in Italia non ti portano in carcere. Ti condanno a 9 mesi di carcere…vai pure libero! Forse è anche giusto così, visto il problema dell’affollamento carcerario. E comunque c’è già qualcuno che è riuscito a “fregare” il sistema. E non ha tutti i torti, perchè non possiamo dimenticarci che l’unico impiego pubblico al quale puoi accedere dopo una condanna è il parlamentare, ma i posti solo limitati. Allora è meglio pagare l’ammenda!

Qualche mese fa, avevo già scritto cosa ne pensavo dei controlli sull’alcool. Lanciando, come pensiero-di-un-uomo-qualunque, la proposta di utilizzare al posto del solo etilometro un test psicofisico più attendibile. Oggi ho letto che questa idea è condivisa anche da uno specialista: intervistato da La Stampa, il dottor Augusto Consoli, direttore del Servizio Dipendenze dell’Asl 4 di Torino, rappresentante dell’Italia al Consiglio d’Europa nel «Gruppo Pompidou» sulle linee guida per il trattamento delle dipendenze, dice che :«Più dell’etilometro, le forze dell’ordine dovrebbero adottare un altro tipo di controllo sulle strade: quello dei riflessi».

L’intervista di Marco Accossato dell’8 agosto la potete leggere qui. Io la riporto in forma integrale anche qui, perchè mi pare veramente importante. Un idea che bisognerebbe far conoscere anche a chi, forse inutilmente, legifera…

Etilometri e palloncini sono dunque armi superate? Inaffidabili? Danno forse troppi risultati falsi?
«Qualsiasi test fatto su un “campo di battaglia�? com’è una strada presenta due problemi: dev’essere talmente sensibile da individuare tutti i casi positivi, e contemporaneamente così specifico da non includere, per errore, risultati negativi. Non esiste, neppure in laboratorio, un test che non dia qualche “falso positivo�?. Ma non è questo il punto».
Qual è il punto?
«L’alcol è una delle sostanze che minacciano i riflessi di chi guida. Lo scorso anno, a Torino, insieme a Polstrada e vigili urbani, la nostra Asl ha sottoposto numerosi automobilisti a un controllo casuale. Abbiamo fermato giovani e anziani, che andavano veloci e che rispettavano i limiti: su cento test, il 26 per cento delle persone è risultata positiva, anziché all’alcol, a sostanze sedative o stimolanti, farmaci compresi».
Come dire che un automobilista su quattro, sulle nostre strade, sfugge a un controllo veramente efficace, limitandosi a soffiare nell’etilometro.
«Ovviamente la legge va rispettata, come il limite fissato dal legislatore, ed è bene proseguire con i controlli. Testare il consumo di alcol è importante, ma insisto: si deve fare di più. Così come abbiamo autorizzato polizia, vigili e carabinieri a misurare la quantità di alcol nel sangue, non vedo ostacoli all’idea di dotarli di un apparecchio ben più semplice, che consenta di misurare la velocità di risposta a uno stimolo. Una macchinetta tipo giochino Nintendo».
Per valutare quali stimoli, in particolare?
«E’ sufficiente calcolare i tempi di reazione all’accendersi di una lucina».
E dimenticare il limite degli 0,5 grammi di alcol per litro di sangue?
«Ogni organismo ha la sua risposta all’assunzione di alcol. Dipende dal metabolismo di ciascuno, oltre che dal tempo che passa tra l’assunzione e il controllo della polizia. In teoria, basta un residuo di vino in bocca, quello dell’ultimo sorso prima di salutare gli amici al ristorante, per portare l’etilometro oltre il limite concesso prima del ritiro della patente. Un esame dei riflessi, invece, fornirebbe un’analisi più completa e complessa: alcol, oppiacei, e altro».
Altro?
«La cocaina. Oggi sulle strade non c’è test per dire se un automobilista ha appena fatto uso di cocaina».
L’effetto della cocaina è molto diverso da quello dell’alcol.
«Può fare peggio. Chi fa uso di polvere bianca sopravvaluta poi le proprie capacità. La cocaina dà un senso di onnipotenza. Anche al volante».
Nel frattempo si moltiplicano le polemiche sul fatto che l’etilometro non sarebbe così attendibile. E il limite consentito troppo basso: due bicchieri e mezzo a pasto. Meglio affiancare l’esame del sangue, a conferma o a difesa?
«A differenza di altre sostanze che restano a lungo nel sangue, l’alcol ha un metabolismo rapido. Se passa troppo tempo, dopo l’etilometro, i dati possono non corrispondere. Ma io insisto, andiamo oltre. Il controllo dei riflessi sarebbe molto più efficace».

birra online

scritto da il 8 agosto 2007

D’estate si sa che si beve di più. E fa piacere, magari alla sera, anche una bella birra fresca. Anzi, fa molto piacere! Ma le scorte inesorabilmente calano… E mentre le vedi velocemente calare ti si accende una lampadina: perchè non comprare direttamente dal produttore?!

Premetto: alla fine della storia non si potrà comprare, ma tutto sommato non importa! Perchè quello che vi racconto è la realtà di due ditte che sul web non fanno solo finta di esserci ma ci operano seriamente! Torniamo allora alla storia…

Per comprare direttamente dal produttore bisogna prima contattarlo, così grazie a Firefox mi collego ai siti dei due birrifici che mi interessano (perchè producono birre molto buone): la Menabrea e la Forst. E sabato 4 agosto scrivo a entrambe un’email dai contenuti pressochè simili: “vorrei ricevere i vostri prodotti a casa mia, è possibile?”.

Sono un pinco-pallino qualunque, parlando di casa chiaramente non sono un ristoratore o un negoziante ma un privato. Un privato anche un po’ rompiscatole perchè il 4 di agosto è giornata nera causa le partenze per le ferie. Tutto farebbe supporre che le risposte tarderanno ad arrivare. Invece alla sera di lunedì 6 e al mattino di martedì 7 giungono le gentilissime email di risposta di entrambe le ditte: nessuna delle due aziende vende ai privati, ma entrambe mi forniscono numeri e indicazioni per trovare i loro prodotti.

Mi spiace non aver la comodità di far arrivare a casa un paio di casse di birra, ma sono contento di raccontare questa piccola storia che vede protagoniste due ditte che producono birre veramente buone a prezzi onesti. E continuerò a bere con ancora più piacere le birre della Forst e della Menabrea perchè so che sono attente al cliente!

Ps: la Menabrea è un’azienda storica che per fortuna è risorta da qualche anno e che ho assaggiato perchè il mio babbo mi ha detto che quando era giovane lui era molto buona. Ancora oggi!
La Forst ho imparato ad apprezzarla andando a sciare in Val Gardena. Ma anche dopo una camminata in Val Soana è eccezionale per riprendersi e accompagnare la cena!