maltempo in Canavese

scritto da il 30 maggio 2008

Servizio del Tg3 Regionale di ieri, sulla situazione maltempo.

Per attraversare Ivrea ci abbiamo messo quasi 1 ora! Ma la colpa non era del maltempo o dei pedoni sugli argini: la colpa era degli automobilisti che avanzavano in Lungo Dora a passo d’uomo per…guardare la Dora in piena!

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La notizia è arrivata anche ai Tg nazionali, ma è meglio fermarsi a quello regionale che resta sempre più attendibile.

In Canavese erano già in tanti a mormorare. Però che fastidio pensare che gli sforzi dei singoli, tesi a un ambiente migliore finiscano annullati da chi non è capace ad amministrare.

tutti ciechi?

scritto da il 30 maggio 2008

La notizia è apparsa in tutti i Tg di ieri e la trovate anche sul sito dell’ANSA: «TARANTO, 29 MAG – Aveva ingannato tutti con un certificato medico che attestava la sua cecita’ e assunto come centralinista al carcere di Taranto. Dopo 24 anni e’ stato scoperto e denunciato per truffa aggravata ai danni dello Stato».

Quando l’ho sentita ho avuto un forte sussulto! Ma chi era il cieco? Il finto oppure chi lo doveva vedere e non vedeva?

Mah… Come scrive Gramellini: «ci sono voluti 24 anni perché il truffatore venisse scoperto dai carabinieri, insospettiti da un filmato in cui il finto cieco leggeva il giornale. In effetti, leggere il giornale è diventato un comportamento così eccentrico da attirare immediatamente l’attenzione. (…) Ma non divaghiamo. Ogni mattina, per 24 anni, il non vedente che ci vedeva è andato al lavoro guidando la sua automobile. Per 24 anni, ogni mattina, gli addetti alla sorveglianza lo hanno lasciato entrare senza che la scena di un cieco versione Schumacher li insospettisse minimamente. Le telecamere dell’istituto di pena lo hanno ripreso migliaia di volte mentre parcheggiava l’auto nello spazio apposito e saliva le scale per recarsi al suo bugigattolo. Almeno due generazioni di agenti di custodia hanno parlato, scherzato, litigato e fatto la pace con lui. Tutti orbi? (…)».

Un penitenziario originale, quasi un progetto pilota, se per sorvegliarlo bastano dei non vedenti…

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cancellato per sbaglio

scritto da il 30 maggio 2008

Comunicazione di servizio per Elisa: mi avevi lasciato un commento, purtroppo è finito nella coda di spam e non sono riuscito a recuperarlo!

Scusami e se hai ancora voglia, prova a riscriverlo. Ciao! Massimo

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la eno-settimana 4

scritto da il 29 maggio 2008

Chissà se qualcuno dei miei lettori è riuscito a partecipare a qualche degustazione tra quelle che vi avevo segnalato?

Mentre il nostro Piemonte continua a restare umido, nella cornice dell’hotel Cavalieri Hilton si sono svolte le finali per il Miglior Sommelier del Mondo. Come ci ricordano gli amici di MySobry, ha vinto l’americano Aldo Sohm. Un americano Miglior Sommelier del mondo?
Su vino24.tv possiamo trovare qualche informazione in più sul curriculum del campione: Aldo Sohm è di origine austriaca. In Austria, ha vissuto fino a qualche anno fa, prima di trasferirsi negli Stati Uniti. Tra le cose più interessanti, da segnalare che oltre al tedesco, la sua lingua madre, e all’inglese parla correntemente in francese, italiano e arabo.

KelaBlu ci propone un divertente gioco di contrasti tra immagini di Eataly. Dal notturno/diurno all’onesto/furbo. C’eravamo stati anche noi, qualche mese fa, da Eataly. E avevamo avuto la stessa sensazione di forti contrasti.
In più c’era un’atmosfera generale di “bello senz’anima”… Però, prima di giudizi definitivi, vorrei tornarci. Intanto godetevi le immagini di contrasto.

E per finire: i salvagoccia. Personalmente li odio. Ma quando ho visto quelli presentati da Alice (li vedete nella foto presa dal blog di Alice), li ho trovati simpaticissimi!
Soprattutto se poi li si usa come soprammobili e non nel collo di una bottiglia…

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Leggo su PeaceReporter un articolo di Barbara Carcone: «Dana ha 21 anni, è una bella velocista che si allena tutti i giorni. Lavora sodo, con determinazione e tenacia. Ha collezionato una dozzina di medaglie in competizioni nazionali e internazionali, ed è vicina a realizzare il sogno di ogni atleta: andare alle Olimpiadi. Per lei, unica donna irachena ammessa ai Giochi di Pechino, lo è ancora di più» (continua…).

Quando leggi storie come quella di Dana, ti trovi a pensare che le Olimpiadi devono essere fatte.

Nonostante la Cina.

Ma per Dana che «fa fatica a trovare un campo su cui allenarsi, e ad arrivarci viva».

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le banche moderne…

scritto da il 27 maggio 2008

Che le banche non siano il miglior amico dell’uomo, penso che sia un dato di fatto già lampante da tanti anni.

Ma che le banche arrivino addirittura a complicarvi la vita, creandovi modifiche fisiche, penso che sia davvero una novità che debba far riflettere! Perchè sembrerebbe che, a chi aderisce alla nuova formula delle Poste, il BancoPostaClick, cresca un’enorme mano gialla. Come facciano poi a continuare a vivere felici e contenti con questa manona, dovrebbero davvero spiegarmelo…

Invece, con la pubblicità di CheBanca.it, penso che abbiamo toccato il massimo del trash. Se i balletti di Mary Poppins erano bellissimi nel film, ripresi nella pubblicità fanno davvero c…are! Nonostante il tentativo osè, della gonna che si alza all’inverosimile, l’unica sensazione è che da questa banca scappino tutti… Oppure, che chi ci lavora sia un abile saltimbanco. A cui affidare i risparmi?

Ah, che meraviglia le banche moderne!

vennero a prendere…

scritto da il 25 maggio 2008

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.

Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.

Poi vennero a prendere i comunisti,
ed io non dissi niente, perché non ero comunista.

Un giorno vennero a prendere me,
e non c’era rimasto nessuno a protestare.

(Bertolt Brecht)

Letta su Chicco di senape.

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16 anni…

scritto da il 23 maggio 2008

Oggi, 16 anni dalla strage di Capaci.

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USA via dal nucleare

scritto da il 23 maggio 2008

Ieri sera sul Tg3 della notte è andato in onda un servizio bello e interessante della bravissima Giovanna Botteri.

La giornalista ha spiegato e raccontato come gli USA abbiano da tempo abbandonato la via nucleare. Non per motivi ideologici (sono pur sempre gli USA!) ma per motivi economici.

Mentre, per tutto il giorno, i vari tg hanno dato ampio risalto alle parole del ministro Scajola. Che promette centrali di nuova generazione… peccato che gli studi per queste siano ancora in alto mare!

sentenza di Cassazione

scritto da il 23 maggio 2008

Con la sentenza della Corte di Cassazione è diventata definitiva la condanna a 16 anni di carcere inflitta ad Anna Maria Franzoni.

Penso che nessuno abbia gioito pensando che “giustizia è stata fatta”. E’ una storia dolorosa, resa ancora più dolorosa dall’amplificazione mediatica.

Penso che nessuno urlerà allo scandalo se la signora Franzoni uscirà presto dal carcere o godrà di aiuti e supporti. E posso ancora capire gli amici e i vicini che continuano a sostenerne l’innocenza.

Ma, per favore, evitate di commentare come ha fatto il Tg2: “la verità, almeno quella giudiziaria, è stata stabilita”. E’ una sentenza di terzo grado, definitiva. Che arriva dopo altri due livelli di giudizio.

Definirla “verità giudiziaria” è semplicemente un voler screditare la magistratura. Una magistratura che, forse, ancora infastidisce gli “amici” del Tg2…

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la eno-settimana 3

scritto da il 22 maggio 2008

Sperando che Giove pluvio (o chi per esso!) ci regali un attimo di tregua dalla pioggia che sta scendendo, il fine si settimana si presenta ricco di eventi.
In particolare, mi scuserete il campanilismo, per chi vive in Torino e dintorni.

Così la rete diventa un bel mezzo di informazione, attraverso la quale conoscere e decidere tra le tante offerte.

Cominciamo dal “Moscato Wine Festival 2008”: organizzato da Go Wine, si svolge a Torino, in Piazza Carlo Alberto, da giovedi 22 a sabato 24 maggio, con orario dalle 19.00 alle 23.30, l`ottava edizione del `Moscato Wine Festival`, promosso e organizzato da Go Wine, Associazione nazionale di enoturisti e consumatori.
Giunto all’ottava edizione, il Moscato Wine Festival è stato ideato per celebrare un prodotto ricco di storia e cultura, diffuso in tutte le regioni italiane ed in molti paesi del mondo.

Il Consorzio di Tutela Vini Doc di Caluso, Carema, Canavese celebra il quarantennale del riconoscimento delle DOC Erbaluce di Caluso e Carema. L’AIS Canavese segnala la ricorrenza, ma per avere qualche informazione in più bisogna andare sul sito della Provincia.
Qui si può scoprire che domenica 25 maggio, 20 produttori ci aspettano nelle loro cantine per il Canavese Wineries.
Bella la descrizione: “Le topie, i muretti a secco e il profumo dolce e acre dei grappoli nelle passitaie marcano questi luoghi impregnati della presenza del Nebbiolo, nobile vitigno a bacca nera vendemmiato quando le nebbie avvolgono i filari e sfumano i contorni delle campagne e dell’Erbaluce, uva bianca per eccellenza, il cui nome riporta alla leggenda di Albaluce, ninfa del lago”.
Peccato che non ci sia un sito istituzionale del Consorzio. Il quarantennale sarebbe stato una bella occasione per farlo nascere, anche perchè siamo vicini a Ivrea in cui l’informatica, bene o male, è di casa…

Se non siete di casa in Torino e provincia, non preoccupatevi! Domenica 25 maggio si svolgerà anche la sedicesima edizione di Cantine Aperte. Oltre ottocento cantine aperte in tutta Italia, con l’intento di creare, almeno per un giorno, un contatto diretto tra produttori e appassionati.

E finiamo con due argomenti “caldi”.

Riciclo dei tappi: in America è partito un programma pilota che coninvolge i ristoranti. Il riciclo dei tappi del consumo domestico di una bottiglia di vino, seppur lodevole, non impatta molto, ma pensate un po’ ai ristoranti: migliaia di bottiglie, quindi migliaia di tappi riutilizzati ogni anno!
Dal loro riciclo è possibile creare mattonelle per il pavimento, materiali isolanti, prodotti per il giardino e molto altro ancora (via vino24.tv).

Vini in scatola: anche in Italia si è dato via libera ai vini a denominazione d’origine in bag-in-box. Lizzy ce ne racconta i vantaggi. Personalmente ho dovuto ricredermi dopo aver assaggiato, già qualche anno fa, un ottimo Chianti fatto arrivare in scatola. Voi cosa ne pensate?

Buon eno-fine-settimana!

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5 X mille: ADMO…

scritto da il 21 maggio 2008

Tempo di dichiarazioni dei redditi. Siete indecisi su a chi destinare il 5 x mille? Io quest’anno il mio (scarso) avrei pensato di darlo qui:

Se volete, potete farlo anche voi. Come farlo lo trovate qui.

Ps: la “lotta” è stata con Libera. Peccato non poterli scegliere entrambi! Però posso inserire anche la loro immagine…

Adesso scegliete voi!

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un bel lavoro…

scritto da il 20 maggio 2008

C’è stato un tempo in cui il tuo lavoro era leggere Kafka, Pirandello, Montale e anche un po’ di Freud. Il tuo lavoro era ascoltare chi li conosceva meglio di te. Il tuo lavoro era incontrare questi Personaggi, la loro vita e le loro storie. Magari attraverso qualche pagina da loro scritta.

Un bel lavoro davvero.

Peccato che te ne accorgi tanti anni dopo.

Ma ti accorgi anche che quel lavoro ha lasciato dei ricordi. Ti sembra ieri quando incontravi, in una Sicilia che cambiava per non cambiare, il Principe. Che ti portava al Caos e lì, in compagnia di Luigi ma non solo, ti ripromettevi per l’ennesima volta di non più fumare. E afferri, goloso di ricordi, una madeleine.

Con un pizzico, abbondante, molto abbondante, di soddisfazione ti accorgi che quel lavoro ti ha segnato. Per sempre. Per fortuna!

Chissà se mai leggerà queste righe? Se per caso così fosse…grazie Professoressa! Era un bellissimo lavoro!

Quella che segue sotto la foto, è la lettera scritta da don Luigi Ciotti, come commento alla foto pubblicata sullo sgombero dei rom di Ponticelli. L’articolo apparso sull’Unità del 16 maggio 2008. Io l’ho scoperto grazie a ValeH che me l’ha riportato. Lo trovate anche sul sito di Libera da dove ho anche preso la foto.

Io cercherò di fare mie le parole di don Ciotti. Noi chiediamo scusa…

Cara signora,
ho visto questa mattina, sulle prime pagine di molti quotidiani, una foto che La ritrae. Accovacciata su un furgoncino aperto, scassato, uno scialle attorno alla testa. Dietro di Lei si intravedono due bambine, una più grande, con gli occhi sbarrati, spaventati, e l’altra, piccola, che ha invece gli occhi chiusi: immagino le sue due figlie. Accanto a Lei la figura di un uomo, di spalle: suo marito, presumo. Nel suo volto, signora, si legge un’espressione di imbarazzo misto a rassegnazione. Vi stanno portando via da Ponticelli, zona orientale di Napoli, dove il campo in cui abitavate è stato incendiato. Sul retro di quel furgoncino male in arnese – reti da materasso a fare da sponda – una scritta: “ferrovecchi�?.

Le scrivo, cara signora, per chiederLe scusa. Conosco il suo popolo, le sue storie. Proprio di recente, nei dintorni di Torino, ho incontrato una vostra comunità: quanta sofferenza, ma anche quanta umanità e dignità in quei volti.

Nel nostro paese si parla tanto, da anni ormai, di sicurezza. E’ un’esigenza sacrosanta, la sicurezza. Il bisogno di sicurezza ce lo abbiamo tutti, è trasversale, appartiene a ogni essere umano, a ogni comunità, a ogni popolo. E’ il bisogno di sentirci rispettati, protetti, amati. Il bisogno di vivere in pace, di incontrare disponibilità e collaborazione nel nostro prossimo. Per tutelare questo bisogno ogni comunità, anche la vostra, ha deciso di dotarsi di una serie di regole. Ha stabilito dei patti di convivenza, deciso quello che era lecito fare e quello che non era lecito, perché danneggiava questo bene comune nel quale ognuno poteva riconoscersi. Chi trasgrediva la regola veniva punito, a volte con la perdita della libertà. Ma anche quella punizione, la peggiore per un uomo – essendo la libertà il bene più prezioso, e voi da popolo nomade lo sapete bene – doveva servire per reintegrare nella comunità, per riaccogliere. Il segno della civiltà è anche quello di una giustizia che punisce il trasgressore non per vendicarsi ma per accompagnarlo, attraverso la pena, a un cambiamento, a una crescita, a una presa di coscienza.

Da molto tempo questa concezione della sicurezza sta franando. Sta franando di fronte alle paure della gente. Paure provocate dall’insicurezza economica – che riguarda un numero sempre maggiore di persone – e dalla presenza nelle nostre città di volti e storie che l’insicurezza economica la vivono già tragicamente come povertà e sradicamento, e che hanno dovuto lasciare i loro paesi proprio nella speranza di una vita migliore.

Cercherò, cara signora, di spiegarmi con un’immagine. E’ come se ci sentissimo tutti su una nave in balia delle onde, e sapendo che il numero delle scialuppe è limitato, il rischio di affondare ci fa percepire il nostro prossimo come un concorrente, uno che potrebbe salvarsi al nostro posto. La reazione è allora di scacciare dalla nave quelli considerati “di troppo�?, e pazienza se sono quasi sempre i più vulnerabili. La logica del capro espiatorio – alimentata anche da un uso irresponsabile di parole e immagini, da un’informazione a volte pronta a fomentare odi e paure – funziona così. Ci si accanisce su chi sta sotto di noi, su chi è più indifeso, senza capire che questa è una logica suicida che potrebbe trasformare noi stessi un giorno in vittime.

Vivo con grande preoccupazione questo stato di cose. La storia ci ha insegnato che dalla legittima persecuzione del reato si può facilmente passare, se viene meno la giustizia e la razionalità, alla criminalizzazione del popolo, della condizione esistenziale, dell’idea: ebrei, omosessuali, nomadi, dissidenti politici l’hanno provato sulla loro pelle.

Lo ripeto, non si tratta di “giustificare�? il crimine, ma di avere il coraggio di riconoscere che chi vive ai margini, senza opportunità, è più incline a commettere reati rispetto a chi invece è integrato. E di non dimenticare quelle forme molto diffuse d’illegalità che non suscitano uguale allarme sociale perché “depenalizzate�? nelle coscienze di chi le pratica, frutto di un individualismo insofferente ormai a regole e limiti di sorta. Infine di fare attenzione a tutti gli interessi in gioco: la lotta al crimine, quando scivola nella demagogia e nella semplificazione, in certi territori può trovare sostenitori perfino in esponenti della criminalità organizzata, che distolgono così l’attenzione delle forze dell’ordine e continuano più indisturbati nei loro affari.

Vorrei però anche darLe un segno di speranza. Mi creda, sono tante le persone che ogni giorno, nel “sociale�?, nella politica, nella amministrazione delle città, si sporcano le mani. Tanti i gruppi e le associazioni che con fatica e determinazione cercano di dimostrare che un’altra sicurezza è possibile. Che dove si costruisce accoglienza, dove le persone si sentono riconosciute, per ciò stesso vogliono assumersi doveri e responsabilità, vogliono partecipare da cittadini alla vita comune.

La legalità, che è necessaria, deve fondarsi sulla prossimità e sulla giustizia sociale. Chiedere agli altri di rispettare una legge senza averli messi prima in condizione di diventare cittadini, è prendere in giro gli altri e noi stessi. E il ventilato proposito di istituire un “reato d’immigrazione clandestina�? nasce proprio da questo mix di cinismo e ipocrisia: invece di limitare la clandestinità la aumenterà, aumentando di conseguenza sofferenza, tendenza a delinquere, paure.

Un’ultima cosa vorrei dirLe, cara signora. Mi auguro che questa foto che La ritrae insieme ai Suoi cari possa scuotere almeno un po’ le nostre coscienze. Servire a guardarci dentro e chiederci se davvero questa è la direzione in cui vogliamo andare. Stimolare quei sentimenti di attenzione, sollecitudine, immedesimazione, che molti italiani, mi creda – anche per essere stati figli e nipoti di migranti – continuano a nutrire.

La abbraccio, dovunque Lei sia in questo momento, con Suo marito e le Sue bambine. E mi permetto di dirLe che lo faccio anche a nome dei tanti che credono e s’impegnano per un mondo più giusto e più umano.

Luigi Ciotti
presidente del Gruppo Abele e di “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”