appello per le olimpiadi 2020

scritto da il 9 febbraio 2012

60 atleti di altissimo livello hanno firmato un appello al premier Monti: Caro Monti, sottoscriva l’impegno del Governo per Roma 2020!

60 atleti e, soprattutto, un testimonial d’eccezione di cui riportiamo la foto: Gianni Alemanno!

L’immagine di una città attiva, pronta ai grandi eventi, capace di agire e intervenire tempestivamente, pronta a rimboccarsi le maniche.

Alemanno, un testimonial davvero credibile. A cui, però, non è stato detto che si parla delle olimpiadi estive…

Alemanno con la pala testimonial olimpiadi Roma 2020

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le amnesie di Alemanno

scritto da il 18 dicembre 2010

“Sono costretto a protestare a nome della città contro le decisioni assunte dalla sezioni II e V del tribunale di rimettere in libertà in attesa di giudizio quasi tutti imputati degli incidenti del giorno 14”. Gianni Alemanno, sindaco di Roma, se la prende con i magistrati.

“C’è una profonda sensazione di ingiustizia – insiste Alemanno – perché i danni provocati richiedono ben altra fermezza nel giudizio della magistratura sui presunti responsabili di questi reati. Non è minimizzando la gravita di certi fatti che si dà il giusto segnale per contrastare il diffondersi della violenza politica nella nostra città”.

L’arringa accusatoria viene da chi ha vissuto da protagonista ben altre stagioni della violenza politica. I casi in cui è rimasto impigliato l’attuale sindaco sono tre:

Novembre 1981 per aggressione di uno studente di 23 anni. (Ansa, 20/11/1981)

Nel 1982 viene fermato per aver lanciato una molotov contro l’ambasciata dell’Unione Sovietica a Roma, scontando poi 8 mesi di carcere a Rebibbia. (Ansa, 15/05/1988)

Il 29 maggio 1989 viene arrestato a Nettuno per resistenza aggravata a pubblico ufficiale, manifestazione non autorizzata, tentato blocco di corteo ufficiale, lesione ai danni di due poliziotti, in occasione della visita del Presidente Usa George H. W. Bush (Ansa 29 e 30/05/1989).

(da PeaceReporter)

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Gianni Alemanno, sindaco di Roma, intervistato da la Stampa: «Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, commenta il fattaccio di Ponte Galeria, l’aggressione di due turisti olandesi, la violenza, lo stupro della donna: “E’ un caso limite, le vittime si erano accampate, illegalmente, in un posto sperduto, abbandonato da dio e dagli uomini…”. Come a dire che se la sono cercata».

E già, si sono accampati illegalmente. Non fossero olandesi si potrebbe dire che erano extracomunitari.

Ma riprendiamo un vecchio e triste episodio. Triste e vecchio, ma che fece consegnare la città nelle mani di Alemanno:

«Sindaco, lei disse che la morte di Giovanna Reggiani, la donna uccisa da un romeno all’uscita della stazione di Tor di Quinto, sarebbe stata l’ultima.
Quello è stato l’esempio di ciò che non deve accadere. Si trattava, ricordo, di un’aggressione all’uscita di una stazione periferica, un luogo di transito abituale. Ripeto, a Ponte Galeria sarebbe stato impossibile garantire la sicurezza dei due turisti».

Adesso ricorda che la stazione era periferica. Un’immagine che era apparsa chiara subito a chi poteva osservare senza essere emotivamente coinvolto. Ma che si evitò di sottolineare…qualche mesetto fa!

E per finire la soluzione:

«E che prevede?
(…) Nei prossimi giorni, procederò con nuove ordinanze contro i writers, i graffitari, e contro i danneggiamenti».

Ecco la soluzione! Procediamo contro graffitari e writers. Stupratori terribili di muri e carrozze!

Alemanno? Ascolta: quando c’era lui, non solo i treni arrivavano in orario ma i turisti avrebbero potuto campeggiare tranquillamente in ogni angolo d’Italia. Eh, Predappio non è Arcore…