Silvio Berlusconi, nella conferenza stampa seguita al vertice italo-francese a Villa Madama, puntualizza così il senso della “moratoria nucleare” del governo: «Siamo assolutamente convinti che l’energia nucleare sia il futuro per tutto il mondo (…) La gente era contraria, fare il referendum adesso avrebbe significato eliminare per sempre la scelta del nucleare (…) L’accadimento giapponese ha spaventato ulteriormente i nostri cittadini. Se fossimo andati oggi al referendum, non avremmo avuto il nucleare in Italia per tanti anni. Per questo abbiamo deciso di adottare la moratoria, per chiarire la situazione giapponese e tornare tra due anni a un’opinione pubblica conscia della necessità nucleare» (laRepubblica.it).

L’inganno è svelato, la truffa è stata ammessa: gli italiani sono i sudditi e il sovrano decide per loro. Ma la monarchia non era stata abolita?

E la dittatura non era stata spazzata via?

E’ tornata, perchè ci siamo abituati ai diritti, ci siamo addormentati e ci lasciamo quotidianamente fregare un pezzetto di vita.

Berlusconi ammette di trattarci come popolo bue: terribile. Ma quello che davvero spaventa è l’ignavia che ne segue.

Oggi andremo ognuno per la nostra strada, come se nulla fosse stato detto. Chi avrebbe la possibilità di organizzare una resistenza, i partiti dell’opposizione, l’ultimo vero sindacato rimasto, il popolo viola, diranno qualche parola di circostanza e basta.

L’Italia è nelle mani di un dittatore. L’Italia dovrebbe fermarsi e cacciarlo. L’Italia non fa niente…

Io ho paura.

 

Pasqua 2011

scritto da il 24 aprile 2011

Che gioia ci hai dato, Signore del cielo
Signore del grande universo!
Che gioia ci hai dato, vestito di luce
vestito di gloria infinita!

Vederti risorto, vederti Signore,
il cuore sta per impazzire!
Tu sei ritornato, Tu sei qui tra noi
e adesso Ti avremo per sempre.

Chi cercate, donne, quaggiù?
Quello che era morto non è qui:
è risorto, sì! come aveva detto anche a voi,
voi gridate a tutti che
è risorto Lui!

BUONA PASQUA!

(testo tratto da Resurrezione dei Gen Rosso)

 

grande silenzio e solitudine

scritto da il 23 aprile 2011

Che cosa è avvenuto? Oggi sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine.

Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano.

Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi.

(da un’antica Omelia sul Sabato Santo)

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l’ispettore Gallo e il panino

scritto da il 20 aprile 2011

Dopo il tango, ecco l’ispettore Gallo alle prese con la gastronomia…

 

 

 

 

 

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Ieri il consiglio dei ministri ha presentato un emendamento con cui stoppa la realizzazione delle 4 centrali nucleari, previste e sbandierate fin dalla campagna elettorale.

L’emendamento verrà votato oggi al Senato, dove la maggioranza non ha problemi di numeri.

Tutto qui? I più penseranno: finalmente hanno capito che gli italiani, come già avevano detto con il referendum del 1987, il nucleare non lo vogliono.

Il pensiero è giusto a metà: quello che la maggioranza, ovvero il suo duce, Silvio Berlusconi, non vuole è il referendum.

Quelli del 12 e 13 giugno 2011, quando gli italiani sono chiamati ad esprimersi su nucleare, privatizzazione dell’acqua e, soprattutto, legittimo impedimento.

Il nucleare sicuramente aiuterebbe a far smuovere gli italiani per raggiungere il quorum. Allora lo blocchiamo.

Fino a dopo l’estate, perchè lo stesso emendamento rimanda a dopo l’estate le decisioni in materia energetica. E il nucleare è anche materia energetica. Capita la doppia fregatura?

 

ps: abrogare il legittimo impedimento è fondamentale, sarebbe un dispiacere per Berlusconi ma, sono sicuro, anche per D’Alema…

 

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Sarebbe riduttivo riportare solo le parole di Tettamanzi sulla giustizia, perchè ieri l’arcivescovo di Milano ha toccato altri due punti molto forti: «Perché ci sono uomini che fanno la guerra, ma non vogliono si definiscano come ‘guerra’ le loro decisioni, le scelte e le azioni violente? (…) Perché tanti vivono arricchendosi sulle spalle dei Paesi poveri, ma poi si rifiutano di accogliere coloro che fuggono dalla miseria e vengono da noi chiedendo di condividere un benessere costruito proprio sulla loro povertà?».

Una sintonia con il vescovo di Ivrea, Arrigo Miglio, che ricordava come oggi si continui a vivere la Passione nelle acque del Mediterraneo e nei paesi in guerra.

La risposta, Tettamanzi la trova in Gesù come re «umile e mite, e insieme come il re che dona tutto se stesso per amore e che, proprio così, annuncia la pace». «Siamo allora chiamati a interrogarci sull’unica vera potenza che può realmente arricchire e fare grande la nostra vita, intessuta da tanti piccoli gesti. La vera potenza sta nell’umiltà, nel dono di sè, nello spirito di servizio, nella disponibilità piena a venerare la dignità di ogni nostro fratello e sorella in ogni età e condizione di vita».

 

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Nell’omelia di ieri, Domenica delle Palme, l’arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi, ha posto questa domanda: «Perché molti agiscono con ingiustizia, ma non vogliono che la giustizia giudichi le loro azioni?».

Ieri, a Milano, nel Duomo di Milano.

A Milano dove qualcuno, nelle stesse ore, sosteneva che la magistratura ce l’ha solo con lui, che povero non ha mai fatto niente di male.

Che combinazione!

 

incomprensibile è la thyssen

scritto da il 15 aprile 2011

«La Corte di Assise di Torino ha riconosciuto l’omicidio volontario con dolo eventuale per i sette morti del rogo alla Thyssen. L’amministratore delegato Herald Espenhahn è stato condannato a 16 anni e mezzo di reclusione come richiesto dalla pubblica accusa» (laStampa.it).

L’azienda Thyssen, attraverso i suoi avvocati, fa sapere che ritiene la sentenza «incomprensibile e inspiegabile».

Di incomprensibile e inspiegabile ci sono solo sette morti.

Taccia la Thyssen e tacciano i suoi avvocati.

E forse, invece di pensare a smembrare la magistratura, sarebbe ora di fornire un codice etico agli avvocati…o quanto meno, un vademecum per evitare di cadere nel ridicolo con simili dichiarazioni.

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la Marcegaglia è sola…

scritto da il 11 aprile 2011

Emma Marcegaglia: «mai come in questi momenti gli imprenditori si sentono soli».

Poveretti…ma chi se ne frega!!!

Non vi sentivate così soli quando non avete investito 1 euro in ricerca. Non vi sentivate così soli quando avete distrutto il sistema contrattuale per farci precipitare nel precariato.

Non vi sentite così soli quando continuate a vivere in un mondo parallelo, fregandovene di chi cerca di sopravvivere supplicando un lavoro.

E’ chiaro che senza imprenditore non c’è impresa e senza impresa non c’è lavoro.

Ma, signora Marcegaglia, oggi chi è davvero solo in Italia non siete voi.

Voi però avete maggiori possibilità di far cambiare le cose: tornate ad assumere con contratti decenti, cominciate a investire nella ricerca, smettetela di appoggiare chi fugge dall’Italia, smettetela di evadere. Vedrete che non sarete più così soli.

 

ps: Montezemolo vuole scendere in campo? Che scelta infelice di termini: l’ha già fatto uno nel 1994 ed è uno schifo che non siamo ancora riusciti ad eliminare…

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Ivrea e l’economia del noi

scritto da il 4 aprile 2011

L’altro giorno parlavo con una persona che non vedevo da qualche anno e le raccontavo che mi ero trasferito a Ivrea.

Così hai lasciato Cuorgnè, mi diceva, sottointendendo: ti capisco, a Cuorgnè non ci sono davvero possibilità. Si, le ho detto, ho lasciato Cuorgnè, ma qui ad Ivrea la situazione non è molto diversa. E’ vero, via Palestro è sicuramente molto più animata delle cuorgnatesi via Torino o via Arduino, ma di vere possibilità non se ne vedono.

Così sorprende sapere che Ivrea è al centro di un libro che parla di una nuova idea di economia!

Esce in questi giorni “L’Economia del noi, l’Italia che condivide” (Laterza Editore), un saggio di Roberta Carlini, già vicedirettore del quotidiano Il Manifesto e collaboratrice de L’Espresso. In questo libro, l’autrice non racconta l’Italia statica, vecchia, avida ed egoista, impoveriti e scandalosa che vediamo ogni giorno. Ma ci parla dell’Italia dei gruppi di acquisto, del prestito in Rete per usi sociali, l’Italia del riciclo dei Pc per i Paesi più poveri e dell’open source, condiviso e gratuito.

E si parla di Ivrea: «si racconta l’esperienza ormai molto nota e consolidata della Banca Etica ma anche quella meno nota di Prestiamoci, una piattaforma on line di social lending fondata dal giovane volontario cattolico Mariano Carozzi di Ivrea insieme a 6 amici, partendo da un capitale iniziale di 1 milione di euro.

A chi viene prestato il denaro non si chiedono solo i requisiti di affidabilità, ma si viene valutati favorevolmente anche se si è giovani e mai entrati nel circuito del credito. Il primo finanziamento è andato ad un ragazzo appena laureato, aspirante regista per girare un documentario a Sarajevo» (Zeus News).

Si parla di Prestiamoci, ma anche della scheda Arduino creata a Ivrea da Massimo Banzi.

E’ bello sapere che c’è un’Ivrea diversa, ma uscendo stamattina difficilmente me ne renderò conto.

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5 miti sul nucleare

scritto da il 2 aprile 2011

Passati i primi giorni dal disastro di Fukushima, anche l’onda emotiva sul nucleare si è un po’ affievolita. O forse, nelle stanze dei bottoni, si è deciso che era meglio non parlarne più e distrarci puntando i riflettori sull’immigrato brutto e cattivo.

Ma il problema resta. L’altra sera ho potuto scambiare due parole con il mio vescovo, che sull’argomento nucleare ci ha detto: attenzione a mettere dei limiti alla scienza. Non una promozione e non una bocciatura; ma l’invito a non chiudersi a priori e a cercare le informazioni da fonti autorevoli in materia.

C’è bisogno di affrontare l’argomento informandosi e valutando. Alle parole del vescovo, penso si possano affiancare quelle di Michael A. Levi, il direttore del programma sulla sicurezza energetica e il cambiamento climatico del Council on Foreign Relations americano: in un articolo sul Washington Post, ha rivisto i 5 miti più diffusi sul nucleare:

1 – Il problema maggiore è la sicurezza.
La sicurezza è certamente un problema critico; ma correlato c’è il costo per costruire la centrale, mantenerla, proteggerla, trattare le scorie e smantellarla un giorno. Uno studio del MIT, realizzato nel 2009, è arrivato alla conclusione che l’energia prodotta, ammortizzando questi costi, è più cara del 30% di quella proveniente dal carbone e dal gas.
2 – Le centrali nucleari sono obiettivi facili per i terroristi.
Un attacco ben organizzato può avere effetti simili a quelli di Fukushima, ma non è facile superare i sistemi di controllo. Restano vulnerabili però le piscine, che contengono le barre di combustibile.
3 – I Democratici sono antinuclearisti, i Repubblicani favorevoli.
Gli ambientalisti hanno posizioni differenti sul nucleare, in confronto agli effetti più inquinanti del carbone e del gas. Questo punto in Italia, forse, non trova riscontro.
4 – Il nucleare assicura l’indipendenza energetica.
Il nucleare serve principalmente per l’elettricità. Non riduce l’impiego del petrolio per il trasporto, né riequilibra la bilancia energetica, finchè non si trovano i modi di soddisfare i bisogni di energia per la produzione industriale.
5 – Il progresso tecnologico può aumentare la sicurezza.
I reattori di Fukushima sono vecchi. Le prossime generazioni di reattori saranno più sicure. Ma eventi imprevedibili o mal controllati ci potranno sempre essere e tutte le forme di produzione energetica presentano pericoli: le dighe possono crollare, le piattaforme estrattive del petrolio possono affondare.

(la traduzione dei 5 punti è ripresa da iriospark)

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