fermare il calcio: finalmente!

scritto da il 29 maggio 2012

Basta ai soldi dei contribuenti che periodicamente finiscono nella casse dei club per ripianare i debiti, basta a fenomeni indegni come quello di Marassi, sospendiamo quello che non è più il gioco del calcio!

Finalmente Professore!

Monti Presidente della Republica!

ps: basta anche ai soldi regalati alle banche, regalati a Marchionne e ai Pino Masciari abbandonati da uno Stato senza memoria!

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Nelle ultime settimane, diversi autori hanno sostenuto la TAV con la motivazione: non è possibile che i pochi abitanti di una sperduta valle si mettano contro le decisioni di un governo nazionale.

Il fulcro del discorso si è spostato dal piano squisitamente tecnico a quello esclusivamente politico: opporsi alla TAV è sinonimo di antidemocrazia (sic!).

Perchè questo spostamento di focus?

Forse perchè sul piano tecnico l’inutilità del progetto TAV è troppo lampante!

«E così il governo tira finalmente fuori alcune risposte ai dubbi sul Tav Torino-Lione. Posto che una seria valutazione non si fa a colpi di comunicati e dibattito sui giornali, ma attivando una apposita commissione tecnica indipendente, accenniamo qui ad alcune obiezioni. Secondo il team tecnico della Comunità Montana Valli Susa e Sangone, i 14 punti appaiono “affrettati, superficiali, parziali e qua e là inesatti; in ogni caso mancano i riferimenti agli studi che dovrebbero esserne la base e che, se esistono, continuano a essere coperti da segreto di Stato”. Il riferimento alla riduzione delle emissioni di gas serra e ai benefici ambientali dell’opera non è credibile, in quanto la letteratura scientifica internazionale attribuisce a opere simili pessime prestazioni energetiche e qui si afferma il contrario senza fornire un’Analisi del Ciclo di Vita (LCA) o un semplice bilancio di carbonio verificabile, invocati da anni.

Il nuovo tunnel di base, tra energia e materie prime spese in fase di realizzazione ed energia di gestione, inclusa quella per il raffreddamento dell’elevata temperatura interna alla roccia, produrrebbe più emissioni della linea storica a pieno carico di merci e passeggeri, in palese contrasto con gli obiettivi europei di efficienza energetica 20-20-20. Per limitare l’impatto psicologico e diluire quello finanziario a carico dei contribuenti si tende nei 14 punti a frammentare l’opera in sezioni indipendenti più piccole, che tuttavia non permetterebbero da sole di raggiungere le prestazioni promesse. Un esempio: si dichiara una riduzione dei tempi di percorrenza tra Torino e Chambéry pari a 79 minuti, solo grazie al nuovo tunnel di base, rimanendo invariati i raccordi. Ma tale risultato è irraggiungibile senza la realizzazione dell’intera tratta, in quanto implicherebbe velocità prossime ai 500 km/h in tunnel a fronte di una velocità di progetto di 220 km/h. Delle tre ore di riduzione tempi di percorrenza sulla tratta Parigi-Milano enunciate al punto 6, già ora circa 40 minuti sarebbero recuperabili facendo transitare i TGV sulla nuova e sottoutilizzata linea ad alta velocità Torino-Milano, sulla quale tuttavia i treni francesi non sono ammessi per discutibili scelte sui sistemi di segnalamento, che pure l’Europa individua come primo fattore da armonizzare per le reti transeuropee. Al punto 11 si arriva addirittura ad affermare che “il progetto non genera danni ambientali diretti ed indiretti” il che è ovviamente impossibile, un’opera di questo genere presenta inevitabilmente enormi criticità ambientali e sanitarie, evidenziate perfino nelle relazioni progettuali LTF, che si può tentare di mitigare e compensare, ma non certo eliminare. L’unico modo per non avere impatti “nel delicato ambiente alpino” è lasciarlo indisturbato!

I posti di lavoro promessi, oltre che sovrastimati, riguarderebbero principalmente gli scavi in galleria, dunque notoriamente temporanei, insalubri e di modesta qualificazione professionale, in genere coperti da emigrati da paesi in via di sviluppo. Le prestazioni della linea esistente vengono minimizzate sulla base della vetustà e non delle sue effettive capacità. Nel 2010 infatti la linea attuale è stata utilizzata a meno del 12% delle sue potenzialità. Un tunnel è un tunnel, non può essere né vecchio né nuovo allorché svolge la sua funzione di condotto. Il Frejus, benché ultimato nel 1871, a differenza di quanto affermato al punto 8 “dove non entrano i containers oggi in uso per il trasporto merci” è stato recentemente ampliato per consentire il passaggio di container a sagoma GB1 (standard europeo), spendendo poco meno di 400 milioni di euro. Non è chiaro perché il collaudo tardi ancora o, se c’è stato, perché permangano i limiti preesistenti ai lavori. Quanto alla pendenza della linea storica, indicata al punto 6 nel 33 per mille, si rileva che il valore medio è attorno al 20 per mille, e solo 1 km raggiunge il 31 per mille e non il 33. L’energia spesa per raggiungere la quota massima del tunnel del Frejus a 1335 metri viene inoltre in buona parte recuperata nel tratto di discesa.

Si ricorda che negli Stati Uniti l’unico tunnel che attraversa il Continental Divide nelle Montagne Rocciose del Colorado, il Moffat Tunnel, lungo 10 km, è a binario unico e culmina a ben 2817 m, e dal 1928 viene ritenuto ancora perfettamente efficiente. In conclusione: c’è già una ferrovia funzionante lungi da essere paragonata a una macchina da scrivere nell’era del computer; l’attuale domanda di trasporto è enormemente inferiore alla capacità della linea; costruire un’altra linea in megatunnel costa una cifra spropositata in un momento così critico per la nostra economia; l’Europa non ci ha imposto niente, tant’è che non ha ancora deciso se finanziare o meno il tunnel di base; la valutazione di impatto ambientale dell’intero progetto non è mai stata effettuata; l’analisi completa costi-benefici non è ancora stata pubblicata; il bilancio energetico non è disponibile. E nel frattempo, intorno alla torta si affollano anche troppi commensali, tutti interessati a partire con i lavori, non importa come, purché si cominci a scavare» (da “TAV, LE 14 BUGIE DEL GOVERNO SU UN’OPERA COSTOSA E DANNOSA” di Luca Mercalli, “Il Fatto Quotidiano”, 15 marzo 2012).

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no a qualunque lavoro

scritto da il 7 febbraio 2012

Cancellieri, Fornero, Martone, Monti: cos’hanno in comune queste quattro figure?

Appartengono allo stesso governo? Si, ma non è la loro peculiarità. La loro forza, la loro quintessenza, risiede nella capacità di insultare una buona parte, probabilmente quella più sana, del Paese.

Sono stati capaci, in 3 mesi scarsi, di battere la premiata ditta BS&C (Brunetta, Sacconi & Cicchitto): gli italiani sono sfigati, non hanno voglia di lavorare, non hanno voglia di spostarsi, hanno solo la pretesa del posto fisso (come faceva notare qualcuno: detto da un senatore a VITA!!!).

La reazione, almeno sul web,  è stato il proliferare di messaggi del tipo: non è vero, io accetterei qualunque lavoro.

Anch’io spesso lo penso e magari lo dico.

Ma è quello che non deve capitare!

Non interessa abolire l’articolo diciotto, diciannove, ventiduemila ma, lo scopo di chi ci governa oggi, è umiliarci, ridurre le nostre capacità critiche e di sviluppo. Cominciando dall’impedirci di lavorare nei settori per cui siamo preparati. E costringendoci invece a ripiegare su attività dove non possiamo rivendicare nulla.

Hai studiato? Ti sei preparato e saresti in produttivo, soprattutto culturalmente, in un certo settore? Bene, li non ti potrai applicare. Perchè la cultura è pericolosa; ti fa aprire gli occhi e capire; ti aiutare a conoscere i tuoi diritti; ti serve per essere produttivo; ti fa apprezzare i valori della vita che non sono quelli del pil.

Altri valori oltre al pil?…inaccettabile!

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Perchè state festeggiando? Perchè Berlusconi si è dimesso e quindi non lo vedremo più?

Si è dimesso. Ma ha subito precisato, con un comunicato video degno del regime, che non ha nessuna intenzione di mollare. A proposito del video: considerato che si è dimesso, chi lo ha autorizzato ad usare ancora il logo della Presidenza del Consiglio?

Siete contenti perchè il presidente incaricato si chiama Monti? Beata ingenuità…

Berlusconi si è dimesso senza essere mai stato sfiduciato, come ha sottolineato nel video di cui sopra. Berlusconi quindi lascia da vincitore.

Adesso il suo partito appoggerà il governo Monti, che in cambio gli garantirà l’immunità.

Fino a quando? Non importa, anche fino al termine della legislatura.

Il governo Monti farà manovre lacrime e sangue. Ma che piaceranno tanto alla destra: basti pensare che tra i candidati al ministero del lavoro c’era la Marcegaglia. Così, finalmente, sarà rispettata la volontà degli elettori di destra, che è dal 2008 che stanno aspettando.

Il governo Monti dovrà fare manovre lacrime e sangue perchè Berlusconi e la Lega ci hanno fatto affondare in un mare di mer…escrementi. Ma quando andremo a votare, nessuno si ricorderà di chi è stata la colpa.

Invece, avremo presente che sia Pd che PdL si saranno sporcati le mani con il sostegno a Monti.

Ma Berlusconi e la Lega torneranno insieme. E la Lega, dicendo che lei si è opposta alla macelleria sociale (è per questo che oggi va all’opposizione), porterà a Berlusconi i voti necessari per vincere.

Vinceranno.

E il prossimo parlamento voterà per il Presidente della Repubblica, che sarà…provate a immaginare…

State festeggiando? Sarebbe meglio cominciare a piangere.