Housing sociale

Scritto da il 28 novembre 2006

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Ovvero: una casa per tutti. C’è stato un tempo in cui tutti, o almeno tanti, avevano la loro casa. Questo perchè ognuno se la poteva costruire, perchè c’erano spazi comunitari e condivisione di (poche) risorse. Oggi invece la casa è diventata una chimera che chiede sacrifici enormi. E così: “Prezzi alle stelle per affitto e acquisto della prima casa, mentre la vita si precarizza e crescono nuove esigenze dell’abitare. Tra le poche ragioni di ottimismo, la nascita di un nuovo welfare per la casa.”

Welfare della casa? Si perchè qualcuno ha escogitato un rimedio o meglio ha riscoperto antiche tradizioni. E così troviamo il “cohousing”: insediamenti da 20 a 40 abitazioni unifamiliari che hanno in comune spazi e servizi: dalla lavenderia al micronido.
Oppure il fai-da-te: dove le famiglie assistite da tecnici specializzati si costruiscono la villetta. Con una particolare attenzione agli aspetti di socializzazione e comunicazione.
Per arrivare al Domino di Bologna, che si propone di individuare immobili dismessi da recuperare e destinare a chi è svantaggiato. Oppure al torinese aperitivo dei coabitanti. Che belle lezioni di psicologia di comunità, dove accanto alla ricerca di socializzazione e benessere psicofisico c’è l’attenzione alle esigenze, quasi primarie, di gestire i pochi soldi che uno ha!
Dove ho scoperto tutto ciò? Su quella bella realtà editoriale che è il Messaggero di San’Antonio, dove potete anche leggere l’articolo completo.

Ulteriori informazioni sono sui siti specializzati: www.autocostruzione.net; www.cohousing.it; www.domino.bo.it; www.ylda.org

Un commento per “Housing sociale”

  1. Francesco scrive:
    30 novembre 2006 at 20:06

    Per il momento ho solo questi due link, ma sapevo anche di altri siti che spiegavano la cosa anche in maniera più dettagliata, se li trovo li posto..
    http://www.mutuosociale.org
    http://www.youtube.com/watch?v=_EnUmstbKv8

    Ricordatevi che morireremo una rata una volta…