sull’uccisione di un terrorista

Scritto da il 11 giugno 2006

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Molto del pensiero sociale, etico, giuridico, politico degli ultimi secoli sembra improvvisamente svanito, sostituito dagli spot, dalle bugie, dal culto della violenza.

Alcuni governi hanno espresso “soddisfazione�? e inviato “felicitazioni�? per l’uccisione di Al Zarqawi. E’ un altro grave sintomo di barbarie, il gioire di fronte ai morti. Chiunque siano, qualsiasi atrocita’ abbiano commesso. E’ la cultura della guerra.

Gino Strada

qui l’articolo completo che invito a leggere prima di dirmi che giustifico i terroristi. Non giustifico i terroristi ma il concetto etico di giustizia ha bisogno di essere riattualizzato.

Un commento per “sull’uccisione di un terrorista”

  1. guerrilla radio scrive:
    12 giugno 2006 at 03:10

    Abu Musab Al-Zarqawi è stato sinalmente scovato e ucciso,
    gli Usa esultano.
    Bisognerebbe quanto meno avvisare i genitori,
    che il funerale al figlio, l’hanno già fatto circa un anno fa…

    Zarqawi,
    giordano di origini palestinesi,
    ce lo hanno passato come un musulmano estremista,
    eppure ad Amman (chiesi anche io a suo tempo in giro)
    se lo ricordano ancora quando ubriaco
    veniva cacciato a calci nel culo da ogni moschea.

    Zarqawi,
    temibile condottiero,
    capo terrorista di al Qaida
    (semmai al Qaida in effetti esista…)
    viene mostrato in alcuni filmati
    come uno che non riesce neanche sparare due colpi di seguito
    davanti a un bersaglio immobile…

    Ora si cerca un suo degno successore,
    piuttosto che guardare al palcoscenico di guerra in Iraq,
    sarebbe bene rivolgersi verso Washington e vedere stavolta cosa tireranno fuori dal cilindro
    quei geniali generaloni,
    che come con Bin Laden han bisogno di quella incarnazione del male
    che permette di fare degli iracheni e degli arabi una unica entità ostile e terrorista.
    E non magari di civili che si difendono dalle incursioni terroriste (quelle sì) di invasori stranieri sadici e spietati.

    vik alias guerrillaradio, spesso viceversa