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Si svolgeranno stamattina, nella cappella dell’Ospedale Mauriziano a Torino, i funerali di Lia Varesio.

Nel 1980 un amico era morto di freddo, rannicchiato su stracci e cartoni nel centro storico. Si chiamava Bartolomeo e fu questo il nome che diede all’associazione da lei creata, la Bartolomeo & C. «È questa l’occasione – raccontava – che ci ha fatto maturare la scelta, fino a quel momento incerta e disorientata, di offrire compagni ed accoglienza a chi ne ha bisogno. Sono molte le tragiche realtà della vita metropolitana con cui veniamo a contatto: gente scappata di casa, dimessi da ospedali psichiatrici, tossicodipendenti, ex carcerati».

Ricorda Pier Luigi Dovis, direttore della Caritas torinese: «Anche a lei non era sfuggito il crescente divario sociale. La scorsa estate, nella città svuotata dalle vacanze, mi aveva telefonato: ’sono sola, viene da me sempre più gente che manifesta con rabbia il proprio disagio. Nella società c’è qualcosa che non funziona, mi aveva detto» (su LaStampa.it e TorinoClick).

4 Commenti per “addio Lia Varesio, angelo dei senza casa”

  1. Emanuela scrive:
    14 marzo 2008 at 10:32

    Non l’ho mai conosciuta di persona, perchè frequentavo la “concorrenza”….la San Vincenzo in Via Nizza 24…ma gli Amici erano gli stessi…e spesso parlavano di Lei.
    Sono sicura che non lascia dei “vuoti” materiali…chi continuerà nella sua opera saprà certamente camminare nella stessa direzione…

  2. massimo.sozzi scrive:
    16 marzo 2008 at 10:16

    Penso che queste “concorrenze” siano quelle utili a far crescere la società! E penso/spero anch’io che la strada della Bartolomeo & C. continui!

  3. Maurizio scrive:
    29 marzo 2008 at 20:57

    Carissima Lia, ci siamo conosciuti in quel di Mondrone nel 1987, e nel poco tempo trascorso insieme (appena 2 giorni) mi hai raccontato tutto il tuo bellissimo incontro con Gesù attraverso i poveri, gli “ultimi”.
    Faticoso era il tuo cammino, ma la gioia che traspariva dalle tue parole, e dai tuoi gesti affettuosi, mi è rimasto nella mia mente ed in quella dei miei famigliari (ero in vacanza con mia moglie che Tu conoscevi attraverso le suore di San Giuseppe, essendo Lei di Torino) quando Ti trovasti a mangiare con noi. Ad un certo momento guardasti con serietà mia figlia Chiara (aveva 7 anni) che non ne voleva sapere di mangiare la minestra. E Tu con dolcezza e senza timore gli dicesti: “Vedi come sono ridotta? Piccola e gobba, lo sai perchè sono così? Perchè non mangiavo la minestra”. E subito mia figlia, guardandola non molto convinta fece una grande risata e mangiò di fretta la sua minestra.
    E’ un piccolo episodio, ma grande se l’attrice è Lia.
    Grazie Signore di averla data a noi anche se per poco tempo, ma tanto cara nel nostro cuore.
    Con infinito affetto Ti mandiamo Tutti noi un’abbraccio nel Signore.
    Maurizio, Laura e tutta la nostra Famiglia

  4. massimo.sozzi scrive:
    30 marzo 2008 at 23:27

    Grazie mille Maurizio per averci raccontato il vostro incontro!
    Grazie davvero di cuore!