Autovelox a Torino

scritto da il 8 febbraio 2007

Premesso: sono assolutamente contrario agli autovelox, velomatic, sparalaser…e tutti quegli strumenti sempre più usati per fottere soldi e punti agli automobilisti e, sempre meno, per garantire un minimo di sicurezza sulle strade. (e con ciò spero di non scatenare faide familiari!). Il più delle volte si fa più attenzione a non superare il limite o a individuare la pattuglia, e il tutto non aiuta a concentrarsi sulla strada. Anche perchè le rilevazioni avvengono sempre su larghe, lunghe e dritte strade vuote con…limiti di 50 km orari! “Giustamente” volute dalle geniali menti dell’amministrazione comunale per alzare le proprie entrate. E’ ben difficile che siano utili per limitare la velocità ed evitare pericoli e morti.

Alla prossima tornata elettorale, in particolare quella amministrativa (cioè per l’elezione del sindaco), mi sono ripromesso e vi invito ad andare a qualche comizio dei candidati e porre questa domanda: ” metterete fuori uso autovelox & c.?”. Poi traetene le conseguenze per decidere chi votare…

Però, perchè c’è sempre un però, vi è un caso in cui ne riconosco l’utilità e (sperando di non rimanere fregato!) li approvo. Sono quelli ben segnalati e visibili, a volte collegati a un semaforo che diventa rosso se superate un certo limite (e che vi fotografa se lo “bruciate”). Non sono nascosti o all’improvviso, anzi sono segnalati con largo anticipo per permettervi e costringervi a rallentare. Questi sono veri deterrenti per l’eccessiva velocità.

E’ il caso di Torino e corso Regina, di cui hanno parlato in questi giorni al Tg regionale. Emanuela (grazie!) mi ha inviato il link di un articolo molto interessante della Stampa. Qui trovate l’originale, io ne prendo solo qualche pezzo:

“(…) Chiariamo subito: la velocità che si legge sui pannelli rappresenta soltanto un primo avvertimento; il punto in cui avviene la misurazione «reale» della velocità per la contestazione – e che fa scattare il fermoimmagine – si trova invece 350 metri più in là, esattamente sotto la porta metallica su cui sono montate le sei fotocamere (una per ogni corsia di marcia).

«Sotto le fotocamere, in corrispondenza dell’arco – spiega Giovanni Foti, direttore del gruppo 5T – sono annegate nell’asfalto le “spire induttiveâ€??. Sono anelli in filo di rame che creano un campo magnetico registrando la velocità delle masse metalliche. Punto di rilevazione e punto di scatto, quindi, coincidono. Nessun margine di errore. Contrariamente a quanto molti pensano: che la misurazione parta dai pannelli luminosi». Non fatevi dunque ingannare. Quando compare la velocità sul pannello luminoso non avete ancora superato l’autovelox, ma avete ancora 350 metri per rallentare ed evitare la multa. (…)”